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 2016  febbraio 04 Giovedì calendario

Rubio ora è il favorito tra i repubblicani. Perché in America le elezioni si vincono al centro

Il paesino è minuscolo, antico, fondato nel 1727. Ci sono poche migliaia di abitanti che vivono per la maggioranza in casette rurali di legno, bianche con tapparelle verdi o blu. Un centinaio di loro sono venuti qui, in una palestra ai margini del villaggio per dialogare con Marco Rubio, l’apparente favorito per la nomination repubblicana dopo il voto dell’Iowa. C’è da chiedersi perché lo sia diventato così dopo appena un terzo posto ai caucus Iowa e nelle primissime battute della campagna. Ci sono molte risposte, è tenace, è preparato, è organizzato, ha forti appoggi finanziari, me ce n’è una che prevale su tutte: è l’emblema stesso del sogno Americano, un sogno perduto in questi anni post crisi, in tutto il paese, ma anche qui, in New Hampshire, che pure è in condizioni economiche migliori di altri stati: «La questione non è se siamo in crisi, la questione è che futuro abbiamo? La risposta è «bleak» è «scura», mi dice Abigail Asher, impiegata in una piccola banca locale, «Marco sembra uno dei pochi a guardare in avanti senza fare attacchi negativi o cattivi come Donald Trump».
Rubio ci racconta la sua storia: «I miei genitori sono arrivati in America nel 1956, a New York. Non avevano un soldo. Mio padre ha trovato lavoro in un bar. Hanno scelto l’America e hanno scelto di mettere radici a Miami per noi, per i loro figli. La mia storia è uguale a quella di molti altri figli di immigrati che hanno avuto dai genitori amore e sacrificio per farli studiare. E qui, nella terra delle opportunità, le hanno trovate in molti io incluso». In effetti, nessun altro dei candidati in corsa può rivendicare origini umili come quelle di Rubio e il fatto che alla prima generazione sia stato non solo eletto senatore di uno degli stati più importanti, ma che ora stia correndo con credibilità per la Presidenza degli Stati Uniti d’America, schiude la porta dell’ottimismo, uno degli ingredienti chiave dietro la forza americana, ottimismo perduto fra mille litigi e polemiche. Donald Trump ad esempio, che abbiamo visto sempre qui in New Hampshire martedì sera poco fuori Manchester, anche lui in una palestra ma con migliaia di persone accorse ad ascoltarlo, è più prepotente che propositivo, si riempie la bocca di battute generalmente azzeccate, adora attaccare i concorrenti con perfidia, ha persino fatto il verso a un giornalista del New York Times, paraplegico perché aveva scritto cose che non gradiva. La gente accorre ad ascoltarlo, come l’altra sera, davvero un bagno di folla, perché si diverte. Ma, alla resa dei conti Trump non è preparato nel dettaglio, liquida le domande o le tematiche con una battuta. E in Iowa è stato penalizzato proprio perché, come mi ha detto un repubblicano al caucus di West Des Moines «non è automatico che un comico possa essere adatto a guidare un paese, di questo qui ce ne siamo accorti». Non sappiamo ancora se questo messaggio è condiviso in New Hampshire. Anche perché l’efficacia di Trump c’è sempre e c’è tutta, ad esempio sui risultati dell’Iowa ha detto: «Bravissimi quelli dei media, sentite un po’ qui la loro chiave di lettura: non sono un politico, non ha mai fatto campagna elettorale, mi butto nella mischia e arrivo secondo al primo appuntamento elettorale. Si direbbe tutto benissimo. Invece per loro ho perso. Marco Rubio un politico professionista, un consumato esperto di campagne elettorali arriva terzo, ma secondo loro ha vinto. Voi dei media – e punta il dito verso di noi – siete detestabili». Gli applausi sono fragorosi. Poi tanto per non perdere un colpo, ha dichiarato ieri che Ted Cruz ha barato: «In Iowa gravissime irregolarità, chiederò una riconta». “Bad loser” si dice da queste parti uno che perde male. Di nuovo non un pregio per quel set di valori che definiscono gli americani. Ma il confronto fra Trump e Rubio, anche a distanza, è interessante per capire la differenza di qualità. Trump parlando di ambiente attacca Barack Obama che predica bene e razzola male: «Per Natale se n’è andato da solo con la famiglia sul suo vecchio 747: sapete quanto ha inquinato in quel volo di andata e ritorno? E per far cosa? Per andare a giocare a golf per due settimane mentre la Russia avanza in Europa, la Cina in Asia, l’Isis ci attacca e in Corea del Nord c’è un lunatico che ha costruito la bomba atomica». La gente ride di nuovo in adorazione. Ma è Rubio che segna un punto nel dibattito a distanza. Non fa battute, non insulta nessuno, ma dice che invece di usare le regole, per limitare l’inquinamento si deve usare la tecnologia: «Pensate ai progressi che abbiamo fatto, pensate a quanto l’innovazione tecnologica ha aiutato a superare barriere che sembravano insuperabili. Le regole servono a proteggere le vecchie industria, noi dobbiamo pensare al domani alle piccole aziende che crescono e danno lavoro…».
La situazione in New Hampshire non è facile per Rubio. Trump è in testa con il 36% delle preferenze nei sondaggi, Cruz è all’11% ma spuntano John Kasich dell’Ohio con il 10,7% e Jeb Bush con il 9,8%. Lui ha soltanto il 10,7 come Kasich. Per i “governatori” è l’ultima chance. Si dice che Bush abbia deciso di lasciare se non ce la farà e sta lavorando sodo. Il senatore Paul ieri ha già annunciato il ritiro. A Bow sono le otto del mattino, pioviggina, quando arriva Rubio. È alla sua prima tappa della giornata, andrà avanti fino a tarda notte per poi ricominciare il giorno dopo fino a martedì il 9 febbraio il giorno delle primarie, le prima di questa corsa elettorale. A incontrarlo ci sono un anziano signore, tutina verde, berretto con la data 1959. Parlando con il Senatore della Florida, gli chiede un confronto tra le forze armate ai tempi di Eisenhower e quelle di oggi. C’è anche una giovane madre, bionda, vestita con cura, con una bambina di un anno in braccio, gli chiede come pensa di contenere il terrorismo dell’Isis. Ci sono lo studente afroamericano preoccupato per il prestito contratto per pagare l’università, il dipendente di una piccola impresa che chiede novità di sconti fiscali per co-partecipazioni al rischio di impresa, la professoressa delusa per il Sistema educativo Americano. Per tutti Rubio ha risposte precise: «Le nostre forze aerea e navale sono nelle peggiori condizioni mai viste. Dobbiamo investire per tenere il passo». Per l’Isis vuole lanciare attacchi mirati e critica Obama che non condanna apertamente la radice del male, l’estremismo religioso islamico; per le aziende propone di ridurre le tasse; per l’immigrazione vuole controlli serrati, ma non un muro. È un candidato conservatore centrista. E in America, in genere le elezioni si vincono al centro.