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 2016  febbraio 04 Giovedì calendario

È come se fabbricassero i cessi senza la porta

Nel corso di ogni singolo viaggio in treno tra Milano e Roma vengo a sapere, della vita dei miei compagni di viaggio, molto più di quanto sarebbe lecito e desiderabile. Si chiamano, in termini tecnici, “dati sensibili”. Pratiche di divorzio, business in corso, liti con i figli, malattie anche gravi complete di diagnosi e terapia, approfondimenti sul carattere di suocere e nuore, problemi di lavoro, progetti immobiliari. Tutto questo avviene non per mia volontà (mai stato pettegolo) ma perché almeno un passeggero su due parla ininterrottamente al telefono dei fatti suoi, ad altissima voce, concedendosi solo brevissime pause per riprendere fiato o per andare in bagno. Si va dal manager in perenne riunione alla mamma preoccupata, al padre che cerca di convincere la figlia di non iscriversi a Filosofia, al portaborse che contatta i suoi contatti, al lobbista che tesse la sua tela, al caciarone ordinario che dà appuntamento agli amici per la sera. Come sia possibile che tutte queste persone facciano, della loro privacy, carne di porco, mettendo a disposizione di almeno una decina di astanti i fattacci loro, è per me del tutto incomprensibile. È come se fosse caduto un argine naturale, come se fabbricassero i cessi senza la porta. Anche volendo sorvolare sul palese disturbo della quiete altrui, com’è possibile che una persona perda pudore e riserbo al punto da farmi sapere (è successo) che forse devono togliergli un rene?