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 2016  febbraio 04 Giovedì calendario

Ritratto di Jamie Vardy, il bomber-operaio (nel senso che prima lavorava in fabbrica)

«Di cosa ho paura? Di me». Così William Shakespeare fa dire a Riccardo III, spietato re d’Inghilterra morto nel 1485. I suoi resti sono stati ritrovati lo scorso febbraio in un parcheggio di Leicester, non proprio una sepoltura regale, non lontano dal nuovo King Power Stadium. Ma le paure del vecchio re sono le stesse del Leicester di Claudio Ranieri, capolista a sorpresa della Premier League (la vittoria del titolo in estate era quotata 5.000 a 1) e del suo bomber, il 29enne Jamie Vardy, già 18 gol in campionato.
Il capolavoro l’ha firmato martedì sera contro il Liverpool: un tiro al volo da 30 metri, imparabile. Colpo da cineteca, degno del miglior Ronaldo o Van Basten: «Una rete incredibile, fantastica», ha applaudito Ranieri. Alla prima perla è seguito il raddoppio che ha steso il Liverpool, consolidato il primato del Leicester e asfaltato la strada di Vardy che ha piallato una montagna di difficoltà da quando era bambino.
Il produttore inglese Adrian Butchart vorrebbe che la sua vita diventasse un film, semplicemente perché lo è. Nel 2012 giocava nel Fleetwood, in Conference League, quinta serie e regalava il suo ultimo gol a 768 persone. Quattro anni dopo (novembre 2016) segnava contro il Manchester United dando l’1-1 al Leicester e stabilendo il nuovo record di 11 gol in 11 partite di fila. Hollywood forse non l’avrebbe mai messa in scena una storia così, da fantascienza.
A 16 anni dopo essere stato scartato dallo Sheffield Wednesday, Vardy è costretto a ricostruire la sua carriera nello Stocksbridge Park Steel, una squadra dilettante vicino Sheffield. Stadio da 3.500 posti, di cui 450 a sedere. Oggi il club vuole intitolargli la tribuna. «Il presidente deve essere impazzito. Non l’ho mai visto al campo quando ero là». Ma non è solo il proprietario dello Stocksbridge a essere ammattito per questo ragazzo, corteggiato dal Manchester United, ma che a giorni firmerà il rinnovo con il Leicester: 3 anni di contratto a suon di milioni.
Lui che giocava nel calcio della provincia inglese e per guadagnarsi uno stipendio vero era operaio in una fabbrica di sostegni ortopedici. Ce l’ha fatta, nonostante un arresto per aggressione («ho solo difeso un mio amico sordo da un gruppo di bulli», disse al processo), il braccialetto elettronico imposto ai sorvegliati e l’obbligo di rincasare non più tardi delle 18. Allo Stockbridge sono anni duri ma pieni di gol, con l’allenatore che spesso lo deve sostituire per farlo rientrare in tempo a casa. Lo vendono all’Halifax (sesta serie) per 25 mila euro. Esplode con 29 reti. Il salto al Fleetwood non è meno grande. Intanto ha già 24 anni, quattro figli e non porta più la cresta. Spara 31 gol in 36 gare. Il Leicester lo acquista nel 2012.
Il grande salto è compiuto: non più elettricisti e idraulici da battere, ma i professionisti. L’esplosione arriva con Claudio Ranieri: 18 gol, primato in classifica e sabato il big match con il Manchester City, secondo staccato di 3 punti. È un film, per Vardy e per il Leicester che non ha mai vinto nulla, ma ricorda tanto il Nottingham Forest di fine anni 70 di Brian Clough. Re Riccardo aveva ragione: di chi può aver paura uno così? Solo di sé.