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 2016  febbraio 04 Giovedì calendario

Nel paniere Istat 2016 entrano tatuaggi, bermuda e panni cattura polvere

Escono cuccette e vagoni letto (sempre meno usati). Entrano: tatuaggi, leggings per bambina, lampadina a led, bevande vegetali e servizi integrati di telecomunicazioni (tv, Internet e voce). Trovano spazio anche: alloggio universitario, pantalone corto uomo (il bermuda), panni cattura polvere e automobili usate, mentre il trapano elettrico arricchisce la gamma di prodotti nel segmento di consumo utensili e attrezzature a motore per la casa e il giardino (a testimonianza che per gli italiani il bricolage è una realtà e forse fa pure risparmiare). Sono queste le novità salienti sfornate dall’Istat nel paniere 2016 per calcolare i prezzi al consumo. Intanto l’inflazione a gennaio è in calo su base mensile (-0,2%), ma in accelerazione (+0,3) su base annua.
Quest’anno nel carrello della spesa, utilizzato per il calcolo degli indici dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (Nic) e per le famiglie di operai e impiegati (Foi), sono finiti 1.476 prodotti elementari (erano 1.441 nel 2015), raggruppati in 901 prodotti, a loro volta raccolti in 400 aggregati. Per il calcolo dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca), il paniere comprende 1.484 prodotti elementari (1.457 nel 2015), raggruppati in 906 prodotti e in 404 aggregati.
Considerando le divisioni di spesa, gli aumenti di peso più consistenti riguardano i «servizi ricettivi e di ristorazione» e gli altri beni e servizi. I cali più rilevanti interessano, invece, la divisione «trasporti» seguita da mobili, articoli e servizi per la casa. Tra le modifiche fatte dall’Istat sugli indici, il latte non sarà più classificato in «latte fresco» e «a lunga conservazione», ma nelle sottoclassi «latte intero» e «scremato». Stesso discorso per le auto che si divideranno tra «nuove» e «usate». Inoltre i servizi ricreativi e sportivi si articoleranno tra chi li vede e chi li pratica.
L’indagine sui prezzi al consumo coinvolge 80 capoluoghi di provincia (per l’intero paniere), più altri 16 Comuni per un sotto insieme di prodotti (tariffe, servizi e carburanti). E sono oltre 600 mila i prezzi rilevati ogni mese dall’Istat.
Tornando al tema dell’inflazione, nel mese di gennaio, secondo le stime preliminari, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,2% rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,3% nei confronti di gennaio 2015 (a dicembre era +0,1%): il lieve rialzo su base annua è principalmente imputabile al ridimensionamento della flessione dei beni energetici e all’inversione della tendenza dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+0,5%, da -1,7% di dicembre).