Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  febbraio 04 Giovedì calendario

Sergio Lo Giudice, senatore pd, cofirmatario del ddl Cirinnà, racconta la sua maternità surrogata

Martedì sera Sergio Lo Giudice – senatore pd, cofirmatario della legge Cirinnà, presidente onorario dell’Arcigay – e suo marito Michele Giarratano sono stati intervistati dalle Iene. Hanno raccontato la loro storia d’amore (10 anni insieme, 4 e mezzo di matrimonio) e il loro essere entrambi papà di Luca. Il bambino ha quasi due anni, è nato dal seme di Michele fecondato in provetta con l’ovulo di una donatrice e poi portato in grembo da una surrogate: così la chiamano in California, dove la pratica è legalmente consentita e controllata.
Lo Giudice spiega anche che servono soldi, «si può arrivare a 80-100 mila euro», ma «la gran parte delle spese va in agenzia, spese legali e sanitarie». Né lui né Giarratano dicono se la portatrice è stata pagata, perché la questione «non incide in nessun modo sulla valenza etica di un’azione di questo genere». E il senatore («pro tempore», come si autodefinisce) aggiunge che un eventuale rischio di sfruttamento di una donna bisognosa di denaro esiste invece in nazioni «con controlli deboli, come l’India o la Thailandia». L’intervista va in onda proprio mentre il Senato comincia a votare la legge sulle unioni civili, e mentre i suoi oppositori cercano di fermare il ddl sbandierando un suo presunto legame con il via libera al cosiddetto «utero in affitto».
Ma, a vedere le dichiarazioni di Lo Giudice, sembra esserci soltanto Mario Adinolfi, ex parlamentare e uno degli organizzatori del Family Day.
Anche perché ieri Lo Giudice è tornato a spiegare in Aula che i due argomenti sono separati: in Italia «la maternità surrogata è e resta vietata», la Cirinnà «non modifica una virgola del divieto». Senza contare che, comunque, si tratta di una materia che «riguarda al 95% coppie eterosessuali». E, a queste, i tribunali italiani ormai garantiscono quasi sempre il riconoscimento della maternità e paternità del bambino nato da madre surrogata; così come godono del pieno diritto alla stepchild adoption.
Ed è questo il diritto che Lo Giudice rivendica per le coppie omosessuali. Perciò, con la logica con la quale è stata annullata la differenza fra figli naturali e legittimi, adesso va evitata «ogni disparità di trattamento che venisse introdotta nella nuova legge», perché non solo sarebbe «palesemente incostituzionale, ma farebbe anche ricadere sui bambini una odiosa discriminazione».
Il senatore ieri ha poi ribadito che «l’orribile situazione di sfruttamento di donne nei Paesi poveri» riguarda Paesi che «limitano alle coppie eterosessuali l’accesso alla maternità sur- rogata». Le coppie gay, invece, «possono accedervi solo in California o in Canada, dove vigono rigorosi protocolli a tutela della libertà delle donne e dell’assenza di un bisogno economico».