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 2015  dicembre 30 Mercoledì calendario

Il bilancio di fine anno di Matteo Renzi • Il blocco del traffico non ferma le polveri • Il piano antismog del governo • Ucciso uno degli organizzatori degli attacchi dell’Isis a Parigi • La fatwa che regola lo stupro delle schiave • Per la donna uccisa in Umbria è indagato il figlio ventunenne

 

Renzi Matteo Renzi nella conferenza stampa di fine anno parla di un’Italia che «torna a un ruolo guida in Europa», un Partito democratico che vince le elezioni politiche «al primo turno», un’economia che non potrà che andare meglio, con «il Prodotto interno lordo che si è rimesso in moto, l’indice della fiducia delle imprese e dei consumatori che sono sopra di venti punti rispetto a due anni fa». È sicuro che «si voterà fra due anni» e che ormai il nostro «è un Paese stabile». Forse, «il più stabile dei Paesi europei, come ha scritto un settimanale straniero». Due i messaggi che si impongono su altri. Primo: «È del tutto evidente che, se perdo il referendum costituzionale, considero fallita la mia esperienza in politica». Secondo: «Comunque vada, quello di presidente del Consiglio sarà l’ultimo incarico pubblico. Ho un profondo amore per l’Italia e faccio il presidente del Consiglio come mio ultimo ruolo pubblico. Quando fai il presidente del Consiglio, dopo lasci e questo per me sarà l’ultimo incarico, l’ultimo servizio pubblico» (Galluzzo, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]

Gufo 1 Matteo Renzi, solito citare nei suoi discorsi i “gufi”, quelli che remano contro, in conferenza stampa ha usato una slide col fumetto del gufo appollaiato (Battista, Cds)

Gufo 2 L’abbinata gufo-malaugurio si perde nella notte dei tempi e abbonda in molte tradizioni popolari. Ci sono però anche credenze contrastanti. Il gufo era simbolo di saggezza per gli antichi ateniesi, associato alla dea Athena. Il ciondolo a forma di gufo in molti paesi si ritiene porti bene e tenga lontano i malanni (Mainardi, Cds).

Gufo 3 In Italia sono rimaste solo 300 coppie di gufi (ibidem).

Smog 1 Le targhe alterne romane falliscono e il blocco del traffico milanese zoppica. Il giorno dopo i primi provvedimenti d’emergenza, la concentrazione dei veleni non concede alcun barlume di miglioramento. Anzi: lo smog sale. A Milano, domenica, le polveri fini erano a una media di 60 microgrammi per metro cubo (il limite è a 50). Lunedì, primo giorno di blocco auto dalle 10 alle 16, sono salite a 64. Dal Comune di Milano spiegano che «il blocco ha comunque ridotto le emissioni e dunque contenuto il peggioramento» (Santucci, Cds).

Smog 2 I primi punti di un lungo elenco di misure che il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, oggi porterà al vertice contro lo smog, convocato per fare il punto con gli enti locali sui piani adottati e i risultati ottenuti: ridurre la velocità in città da 50 a 30 chilometri orari; abbassare i riscaldamenti negli uffici pubblici e nei centri commerciali; spegnere i caminetti; scoraggiare l’uso delle auto. Oltre 5 milioni di fondi aggiuntivi serviranno a finanziare iniziative pro mezzi pubblici, come i biglietti «ecologici». E ieri, in una serie di riunioni tecniche, si sono studiate possibilità di finanziamento per nuovi treni e nuovi bus ecologici (Piccolillo, Cds).

Raid Charaffe al Mouadan, 27 anni, è stato ucciso la vigilia di Natale in un «raid della coalizione», probabilmente condotto da un Rafale francese, in Siria. Era uno degli uomini di spicco nella rete che ha organizzato gli attacchi di Parigi del 13 novembre. La notizia della sua uccisione è stata data ieri da un portavoce del Pentagono, e della coalizione anti-Isis, il colonnello Steve Warren. Che ha anche rivelato l’eliminazione di Abdul Qader Hakim, altro elemento chiave del «battaglione» incaricato di pianificare attacchi in Occidente dal califfo Abu Bakr al Baghdadi. Secondo Warren, anche Hakim era legato alle stragi di Parigi e ne preparava altri. Nell’ultimo mese, ha aggiunto, sono stati uccisi in raid «dieci leader dell’Isis» e questo sta indebolendo l’organizzazione, come si è visto a Ramadi (Stabile, Sta).

Schiave Le forze speciali americane e britanniche in un raid condotto in maggio nel nord della Siria hanno trovato un documento, la fatwa numero 64 dello Stato Islamico, che prescrive come abusare delle schiave. Nel testo, diviso in 15 punti, si legge: «Non è possibile per il padrone di una schiava avere rapporti sessuali con lei fino a che non ha avuto il ciclo ed è diventata pulita». Al secondo e al terzo punto viene spiegato come non sia permesso «far abortire una schiava che rimanga incinta e avere rapporti con lei fino a quando non abbia dato alla luce il bambino». E ancora: «Se il padrone possiede sia la figlia che la madre non può avere rapporti con entrambe ma solo con una di esse». Stesso discorso se le schiave sono sorelle. Inoltre padre e figlio non possono violentare la stessa donna. Infine la fatwa 64 informa che non è concesso avere «rapporti anali con le schiave» e «che bisogna essere compassionevoli con esse». «È evidente che a Isis non interessa assolutamente se un uomo violenta una donna con il ciclo o meno o se abusa allo stesso tempo della madre e della figlia», sottolinea Audrey Alexander, ricercatrice del Program on Extremism della George Washington University. Piuttosto a spaventare i leader del Califfato potrebbe essere «l’instabilità dei nuclei familiari» legata alla presenza non controllata delle schiave o la diffusione delle malattie veneree e dell’Hiv che il passaggio continuo delle donne tra gli uomini rende più frequente. Niente di più lontano dunque dall’umana pietà. «È piuttosto un tentativo, aberrante, di istituzionalizzare l’orrore ». (Serafini, Cds)

Delitto Anna Maria Cenciarini, 55 anni. Casalinga, viveva in una casolare nelle campagne di Città di Castello col marito Antonio Bigotti, meccanico, e i figli Cristian e Federico. Quest’ultimo, ventunenne, lunedì scorso chiamò i carabinieri dicendo di aver visto la madre in pigiama colpirsi ripetutamente all’addome e alla gola con un coltello da cucina, rinvenuto poi vicino al cadavere. Raccontò che era in camera sua al piano di sopra, che era sceso sentendo urlare la madre, che aveva provato a fermarla, a disarmarla, senza riuscirci e che poi era scappato di nuovo in camera perché spaventato. Da ieri è indagato con l’accusa di omicidio volontario (Fiorucci, Sta).

(a cura di Roberta Mercuri)