Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  dicembre 29 Martedì calendario

Il meraviglioso avvenire alle spalle della Kostner. Un ritorno o un ritiro?

Il ritorno è gradito assai, perché il ghiaccio senza Carolina non era mai stato così pallido ed esangue (e viceversa). «Non vedo l’ora. Dopo un lungo periodo di stop forzato, sono felice di tornare proprio in Giappone» (dove al Mondiale di Saitama, nel marzo 2014, ultima competizione ufficiale prima del brusco precipitare degli eventi, si mise al collo un bronzo) esala felice, stella di un galà, da Courmayeur. 
Appuntamento a Osaka il 15 gennaio per il Medal Winners Open, dunque, evento a inviti riservato a vincitori di medaglie, splendida esibizione agghindata da gara. Davanti a un panel di cinque giudici Isu, Carolina and friends (Joannie Rochette, Miki Ando, Johnny Weir, guest star Evgeni Plushenko) pattineranno un unico programma di circa 3 minuti con un minimo sindacale di tre salti doppi e molta attenzione all’aspetto artistico dell’esercizio, che Carolina interpreterà sulle note di «Meditation», pezzo per violino e orchestra tratto dall’opera «Thais» di Jules Massenet. Alla fine, il podio deciderà la spartizione del montepremi (mal che vada, 15 mila dollari per la quinta posizione). 
Le caratteristiche dell’evento non sciolgono la riserva: Carolina tornerà mai a sfidare l’Europa e il mondo in una gara vera? Cosa vuole fare, da grande, la più grande di tutte? E a schiarire l’orizzonte non ha contribuito la Kostner, che ieri in un’intervista a RaiSport si è detta «segnata» dalla squalifica a 21 mesi per il coinvolgimento nella positività dell’ex fidanzato Alex Schwazer (un accordo con l’antidoping del Coni e la Wada davanti al Tas aveva inasprito la pena retrodatandone l’inizio – a fronte della pubblica ammissione di aver mentito all’ispettore antidoping —, di modo da anticipare la fine del supplizio al 31 dicembre prossimo), dicendosi «quasi pronta al grande passo, una decisione che sto per prendere in queste settimane». Ragionevolmente, il ritiro definitivo e ufficiale (nei fatti già avvenuto) dopo una carriera straordinaria. 
In attesa delle comunicazioni di Carolina (qualsiasi cosa decida, sarà un successo), basti sapere che la fuoriclasse ha trascorso il Natale a Ortisei e che passerà il Capodanno a Oberstdorf, dove lo storico maestro Michael Huth (cui lei dopo tanti anni continua rispettosamente a dare del lei) l’aiuterà a riprendere le fila tecniche di una disciplina cui la meglio gioventù russa, nel frattempo, ha impresso un’ulteriore accelerazione e che non aspetta niente e nessuno, nemmeno la grande bellezza di Carolina, campionessa con un meraviglioso avvenire alle spalle. I galà già fissati di Vienna (20 febbraio) e Ginevra (22 aprile) con lo svizzero Lambiel, antica fiamma, ne sembrerebbero la conferma.