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 2015  dicembre 29 Martedì calendario

Bella Milano senza macchine, ieri.• Lei fa troppo lo spiritoso. Salvini è furibondo, Grillo lancia accuse pesantissime

Bella Milano senza macchine, ieri.

Lei fa troppo lo spiritoso. Salvini è furibondo, Grillo lancia accuse pesantissime...
Milano senza macchine era bellissima. Le città senza macchine sono meravigliose. La malavita messa in un angolo. I carabinieri hanno le gazzelle, la polizia ha le volanti e i banditi niente. Città pulite, aria pulita. L’hanno fatto a Friburgo, l’hanno fatto in certe zone di Londra o di Seattle... Quella di ieri potrebbe essere una giornata storica: non era mai successo che una città italiana delle dimensioni di Milano fosse svuotata dal traffico. Peccato che l’esperimento sia stato limitato all’orario non-sensibile, 10-16. Perché non sperimentare una volta, preparandosi, 24 ore consecutive di pace?  

I commercianti verranno ad aspettarla sotto casa.
I commercianti sono i più grandi amici delle macchine, cioè dell’inquinamento. Anche ieri ho letto dichiarazioni di fuoco. I commercianti sono convinti che in una grande città perfettamente servita dai mezzi pubblici lo shopping precipiterebbe. Io sono convinto del contrario. E poi c’è poco da discutere: tra il 2009 e il 2014 il consumo complessivo di benzina è calato del 27%, segno che il cittadino, senza ragionarci troppo su, sente che il problema esiste. E poi le metropoli stanno diventando delle camere a gas. Hanno ragione casomai quelli che dicono: non bisogna muoversi solo al momento dell’emergenza, bisogna pensarci prima. Questo è giusto. Sperimentiamo in tempi normali un giorno feriale di 24 ore senza automobili. Sperimentiamolo programmandolo, cioè organizzandolo.  

Questi tre giorni di blocco (il divieto a Milano continua oggi e domani) servono o non servono? Salvini dice che sono inutili, Grillo accusa il governo di «passeggiare incurante sui cadaveri di 68 mila italiani».
Il sindaco Pisapia s’è difeso. Ha ricordato le restrizioni nel centro storico (l’area C), la diffusione del car sharing e del bike sharing, il potenziamento dei mezzi pubblici, la nuova linea della metro e l’avvio dei lavori per la quinta linea, le aree pedonali, le zone dove non si può andare a più di 30 all’ora, il teleriscaldamento negli uffici pubblici e in oltre 100 mila case. Il problema è che anche la Moratti, nel febbraio 2010, trovandosi Milano in una situazione simile a quella di adesso, diceva le stesse cose. Teleriscaldamento compreso.  

Il teleriscaldamento sarebbe?
Una grossa centrale distribuisce attraverso una rete di tubazioni interrate e isolate acqua calda o vapore, che poi rientrano alla centrale. La Moratti diceva che entro il 2015 questo teleriscaldamento - non inquinante - avrebbe impegnato una rete di 240 chilometri e servito 730 mila appartamenti. In quel momento (2010) gli appartamenti serviti - diceva - erano 228 mila. Siamo al 2015 e Pisapia parla adesso degli «uffici pubblici e di 100 mila case». Bisogna voler bene a Pisapia e alla Moratti, ma se qualcuno ci desse dati sicuri e confrontabili non sarebbe meglio? In ogni caso, è innegabile che il blocco temporaneo del traffico, o le targhe alterne, o il biglietto scontato per i mezzi pubblici sono palliativi. Sono tattiche. E quello che ci vorrebbe è invece una strategia.  

Che cosa hanno fatto le altre città?
Roma le targhe alterne, oggi le dispari e domani le pari. Stessa cosa per Bergamo. Il biglietto unico a Torino ha funzionato poco. Ci sono una miriade di altri provvedimenti in altri centri piccoli e grandi. Il blocco totale, identico a quello di Milano, è stato deciso anche a Pavia. Il sindaco Pisapia si lamenta dell’immobilismo della Regione, l’unica istituzione che avrebbe potuto costringere anche i paesi dell’hinterland a bloccare il traffico. Ma il governatore della Regione è Maroni, e la Lega non crede che fermare le automobili sia una soluzione.  

Come si possono risolvere i problemi se ognuno segue una strada diversa da quella del vicino?
Infatti il ministro Galletti (Ambiente) ha criticato queste decisioni in ordine sparso e convocato per domani a Roma sindaci e governatori regionali. «L’emergenza smog che si sta verificando in molte grandi città italiane - ha spiegato - può durare ancora molto e ripresentarsi in futuro in modo sempre più frequente, visto gli effetti che i cambiamenti climatici stanno determinando in ogni parte del mondo: per questo la nostra risposta deve essere coordinata e di sistema». Si parla di «mobilità sostenibile, svecchiamento del parco mezzi pubblici, efficienza energetica» e di «una nuova cultura civica nelle strade, nelle realtà produttive, nelle abitazioni». Naturalmente il ministro si illude se pensa di poter imporre una soluzione identica a tutti. Regioni e comuni non si faranno di sicuro dare la linea da nessuno. Al limite ricorreranno al Tar o al Consiglio di Stato. Che tra un anno o due, quando ci troveremo soffocati in qualche altra crisi del vento, gli darà magari anche ragione.