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 2015  dicembre 28 Lunedì calendario

Si moltiplicano le città chiuse per smog • La resa dell’Isis a Ramadi • Gli Usa flagellati dai tornado: 26 morti • Bossetti in lacrime davanti alla bara del padre • Sempre meno italiani seguono la dieta mediterranea

 

Smog Si moltiplicano le città chiuse per smog. A Milano, dove il Pm10 ha superato il valore limite di 50 per la 97esima volta dall’inizio dell’anno (il massimo consentito è 35) oggi e domani sarà blocco totale delle auto nella fascia oraria 10-16, così come a Pavia. A Roma, si prova con le targhe alterne: oggi vietate le dispari, domani le pari. A Pordenone (oggi) e a Frosinone (fino a mercoledì) sarà chiuso il centro storico. Beppe Grillo sul suo blog se la prende col governo. E accusa «premier e ministri» di passeggiare «incuranti sui cadaveri di 68.000 italiani». Secondo l’Istat, infatti, i morti quest’anno saranno l’11 per cento in più: 666 mila contro 598 mila. Come ai tempi delle grandi guerre». E, paventando che dopo lo stop alle auto arrivi lo stop ai pedoni, come a Pechino, Grillo se la prende con il sindaco Pisapia perché «ha distrutto 573 alberi secolari che davano ossigeno». Critico anche il leader della Lega Nord, Matteo Salvini: «Bloccare le auto non serve a nulla. Fossi sindaco mi occuperei di controllare le caldaie e di comprare autobus che inquinino meno». Pronta la replica del ministro Graziano Delrio, che su Facebook rimarca: «Nella legge di Stabilità 2016 ci sono diverse misure di politiche di sostenibilità, con un carattere innovativo, che possono contribuire all’abbassamento delle emissioni in Italia». Tra queste, le risorse «per favorire l’acquisto di mezzi di ultima generazione per l’autotrasporto su strada» (Piccolillo).

Isis Ramadi, città di rovine, diventa il simbolo del riscatto del governo iracheno contro i tagliagole di Isis. Ieri pomeriggio le truppe scelte di Bagdad sono infine riuscite a far sventolare le loro bandiere sui tetti degli edifici governativi nel cuore del capoluogo della provincia sunnita di Al Anbar. Spariscono i drappi neri del Califfato, la guerriglia jihadista si arrocca in piccole isole di resistenza. «Hanno perso il loro quartier generale nel compound più importante, ciò significa che hanno perduto la sfida per la città. Ora si tratta di andare a scovarli nei loro ultimi nidi. Ma la battaglia è vinta», sostiene il portavoce militare iracheno, Sabah al Numani. È tuttavia una vittoria costata sette mesi di guerra, sostenuta da una coalizione particolarmente anomala, comprendente in primo luogo gli americani, la loro aviazione, gli altri Paesi alleati nella Nato, la Giordania, oltre all’Iran e alle milizie sciite irachene. Una vittoria che ha visto un fronte comprendente circa 30.000 uomini sostenuti dal meglio della tecnologia bellica contro circa un migliaio di guerriglieri jihadisti pronti a tutto, il fior fiore dei volontari dell’Isis provenienti dai ranghi dell’ex esercito di Saddam Hussein, oltre a ceceni, algerini, tunisini e libici. «È stato difficile batterli a causa dei loro continui attacchi kamikaze e alle migliaia di mine e trappole esplosive che seminano ovunque tra strade, edifici e macerie», spiega il generale Ismail al Mahlawi, massimo responsabile per le operazioni belliche in Al Anbar (Cremonesi, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]

Tornado Nella zona di Garland, vicino Dallas, sabato sera sono stati segnalati oltre dieci tornado, che hanno ucciso in totale undici persone, fra cui un bambino. Il National Weather Service ha confermato che quello atterrato nella Dallas County poco dopo le sei del pomeriggio era di categoria EF4, ossia la soglia in cui i venti arrivano a toccare i 320 chilometri orari. Nella storia di questa contea un simile fenomeno era capitato solo un’altra volta, il 9 maggio del 1927. Allora erano morte 15 persone e 40 erano rimaste ferite. Il secondo tornado più potente di sabato era invece di categoria. EF3, e ha colpito Rowlett, sempre in Texas. Otto persone hanno perso la vita a Garland, e altre tre nella zona di Rowlett. Quelli di sabato sono stati gli ultimi tornado di una serie, che ha colpito l’America centro meridionale durante le feste, spingendo il Texas e l’Oklahoma a dichiarare lo stato d’emergenza. In totale, i morti sono stati ventisei (Mastrolilli, Sta).

Bossetti Massimo Bossetti ieri ha potuto lasciare il carcere di Bergamo, dove è detenuto dal 16 giugno del 2014 con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio, e sul furgone della polizia penitenziaria ha raggiunto la casa di riposo dove si trovava il feretro del papà Giovanni, morto il giorno di Natale dopo oltre un anno e mezzo di malattia. Padre all’anagrafe e nella vita, anche se le indagini scientifiche dicono che il papà naturale era Giuseppe Guerinoni, l’autista di autobus di Gorno morto nel 1999. Le gambe gli hanno ceduto per un attimo, ieri mattina, appena varcata la porta della camera ardente, dopo aver incrociato il viso del papà scavato dalla malattia. Poi ha pianto, una mano appoggiata sulla bara. Non è noto se ieri, al fianco di Bossetti, ci fosse anche la moglie Marita Comi: i fotografi sono stati tenuti a distanza dalla polizia, sia quando il detenuto è stato accompagnato da tre uomini della penitenziaria in borghese, sia quando è uscito, circa mezzora dopo, da una porta sul retro dei padiglioni sanitari di via Borgo Palazzo (Di Landro, Cds).

Dieta Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Eating and weight disorders, la dieta mediterranea viene seguita ormai solo dal 43% degli italiani: dal 53,1% degli adulti tra 55 e 64 anni e solo dal 32,8% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni. Il 23% delle persone preferisce la cosiddetta “dieta occidentale”, carica di carne e proteine. Un italiano su tre, infine, segue una dieta classificata come “povera di frutta e verdura”, con in media una o due porzioni alla settimana di piatti di origine vegetale. Si tratta soprattutto di persone che mangiano spesso fuori casa. A questi due ultimi regimi alimentari è associato un tasso di obesità più alto rispetto alla dieta mediterranea. E sappiamo dalle ricerche che l’aspettativa di vita a 40 anni negli obesi è inferiore di 6-7 anni rispetto alle persone con peso normale (Dusi, Rep).

(a cura di Roberta Mercuri)