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 2015  dicembre 15 Martedì calendario

Parla anche la mamma della Boschi

SAN GIOVANNI VALDARNO (Arezzo) «La conosce quella canzone di Vecchioni? Forse non lo sai ma pure questo è amore...». La professoressa Stefania Agresti la cita un po’ a sorpresa. La preside dell’istituto comprensivo Marconi di San Giovanni Valdarno, 58 anni, mamma del ministro Maria Elena Boschi e moglie di Pier Luigi, l’ex vicepresidente di Banca Etruria ormai commissariata, si riferisce in particolare a una strofa della canzone che sembra fatta apposta per loro. 
Quale, professoressa? 
«Quella in cui c’è il padre, non ricordo esattamente le parole, che sorregge sulle spalle suo figlio per aiutarlo a vedere meglio un eroe. Si capisce allora che l’eroe è anche il babbo...». 
Appunto, il babbo. E come è andata a casa? Quale il clima? 
«In questi giorni ho scritto vari sms a Maria Elena, che è stanca, turbata, soprattutto perché vede soffrire noi. Le ho fatto coraggio, le ho scritto: tu devi andare avanti, noi siamo qui, non ti preoccupare». 
Domenica vi aspettavano tutti in chiesa a Laterina ma alla messa delle 11 per la prima volta non s’è visto nessuno. 
«Io e mio marito siamo andati a quella delle 8.30 per evitare voi giornalisti. Siamo assediati. Domenica ce n’erano due con la telecamera, nascosti dietro al muro del cancello. Dopo la messa poi non siamo più usciti. Sono rimasta in casa a fare l’albero di Natale». 
Ma la faccenda di Banca Etruria è molto seria: crede che attacchino suo marito Pier Luigi per colpire in realtà sua figlia Maria Elena e il governo di Renzi? 
«Io non dovrei nemmeno parlare con lei, anzi non scriva niente per favore perché in famiglia abbiamo deciso che la linea è questa. Però certamente il nuovo fa paura...». 
Il premier in queste ore vi ha chiamato? 
«No, perché dovrebbe? Abbiamo ricevuto tantissimi messaggi di solidarietà dai nostri amici, dalla gente comune. È ciò che conta». 
Il dissesto di Banca Etruria è un fatto acclarato, professoressa: tutti quei risparmiatori in lacrime per le obbligazioni subordinate. E tutti i fidi concessi allegramente agli amici degli amici, negli anni, dal cda... 
«Io vi dico che avrete delle sorprese. Per fortuna c’è un’inchiesta, ci sono le carte e da quelle carte, vedrete, la verità verrà fuori. E la verità è che noi, in primis mio marito, non abbiamo mai preso un euro dalla banca. Altro che finanziamenti alle nostre attività!». 
E tutti quei milioni concessi invece da Etruria per il porto di Imperia, e tutti quei soldi per il super yacht di Civitavecchia? Proprio a Civitavecchia un pensionato si è tolto la vita per colpa dei bond... 
«Abbiamo sofferto quando abbiamo appreso la notizia. E soffriamo anche per i risparmiatori che hanno avuto dei danni. Ma i fidi a cui allude lei sono del passato, erano già stati concessi prima, dovreste chiedere ad altri. Mio marito, in realtà, ha fatto di tutto per salvare la banca nei mesi in cui è stato vicepresidente. Fino all’ultimo». 
Ora si è pentito, forse, di aver accettato l’incarico? 
«No, mai. Perché a lui, a me (la signora Agresti è stata vicesindaco di Laterina, ndr) la politica ha insegnato prima di tutto a metterci al servizio della comunità. Ci conoscemmo da ragazzi a un comizio della Dc e siamo andati avanti così, sempre insieme. Pier Luigi ha fatto del bene a Laterina, lui viene da una antica famiglia di contadini per cui i valori principali sono sempre stati la solidarietà e l’accoglienza». 
A Banca Etruria, però, lavorava fino a poco tempo fa anche suo figlio Emanuele. E pure sua nuora Eleonora... 
«Volete sapere la verità? Mio figlio fu assunto in Banca Etruria nel 2007, quando non mi pare che Maria Elena fosse ministro. Emanuele, all’epoca, si trovava in Inghilterra quando lo chiamò l’Etruria per il colloquio. L’hanno assunto perché era preparato, mica perché aveva il bollino rosso». 
Ed Eleonora? 
«Anche Eleonora lavorava già in Etruria. Loro due si sono conosciuti in banca, si sono innamorati e si sono sposati. E adesso in marzo verrà al mondo la nostra principessina. E spero che per quel giorno si sarà chiarito tutto, perché la bimba dovrà sapere che noi Boschi siamo gente in gamba». 
Il futuro? 
«Non so quanto ci vorrà perché la verità venga ristabilita: un anno, cinque, dieci. Fa niente. Resisteremo. Il Signore ci darà la forza».