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 2015  dicembre 04 Venerdì calendario

La storia della figlia di una bidella di Mondragone fa capire a Fubini perché conviene puntare sul Sud

Un paio di settimane fa ero a Mondragone, un comune di 30 mila abitanti in provincia di Caserta. Mondragone potrebbe essere un luogo unico, e non solo per la bellezza delle grandi spiagge lungo la costa. Il mese scorso è stata scoperta una fattoria d’epoca romana, l’ennesima di un insediamento antichissimo le cui tracce sono ovunque: il parco archeologico farebbe invidia a centinaia di città italiane, i resti antichi sono talmente diffusi nel terreno e in mare che molti abitanti conservano un’anfora o una statuetta in casa. Non è raro che delle rovine vengano trovate per caso e poi seppellite di nuovo semplicemente perché ce ne sono troppe.
Mondragone ha anche altre attrazioni, più concrete. La mozzarella che vi si produce ogni giorno è inimitabile, completamente diversa da quella in vendita nei supermercati o nei mercati d’Italia o all’estero. Il vino Falerno ha un nome celebre, un’identità che risale all’epoca romana, un mercato potenziale in Europa. Non ci sarebbe ragione perché Mondragone non sia una piccola, prospera città celebre per la bellezza, il clima, la qualità della vita.
Non lo è, naturalmente. E non solo perché fino a una ventina di anni fa questo è stato uno dei comuni a più alta densità di omicidi in Europa. La criminalità, che rimane benché indebolita, non spiega tutto. Non può diventare un alibi.
Arrivato alla stazione ferroviaria di Mondragone, sono stato accompagnato da un’assistente scolastica verso l’istituto tecnico dove avevo un incontro con quattro classi di studenti. Viaggiando in auto ho avuto l’impressione che lungo la strada qualcuno avesse deliberatamente sparso rifiuti sfusi ovunque. Si faticava a credere che quell’abbandono non fosse il frutto di un disegno preciso. Mentre tentavamo uno slalom fra le buche sul selciato, l’assistente scolastica mi ha raccontato di sé. Era felice di avere un posto fisso ma sua figlia, mi ha detto, era costretta ad arrangiarsi come precaria in un bar della zona.
etica & aritmetica. La situazione della figlia di quella signora di Mondragone è la seguente: lavora undici ore al giorno, fino a mezzanotte e oltre, con un contratto che ne prevede due. Le nove ore di lavoro che restano si svolgono in maniera perfettamente illegale come uno straordinario non pagato, sette giorni la settimana, tutto l’anno. Ho chiesto: niente vacanze? «Quest’anno finalmente le hanno dato sei giorni», è stata la risposta.
È una condizione di sfruttamento inaccettabile, ma adesso permettetemi di non affrontare questa questione in termini etici. Restiamo all’aritmetica. Mondragone presenta ufficialmente un reddito medio di 12.400 euro per abitante, contro i 17.600 euro medi del Mezzogiorno e i 32.500 del Nord-Est, l’area più dinamica e anche quella nella quale il lavoro costa di più in Italia. La figlia della bidella non aveva scelta se non di accettare quelle condizioni, una retribuzione inferiore a molte aree della Cina, perché altrimenti il proprietario del bar avrebbe trovato altri disposti a lavorare a condizioni simili. Italiani o stranieri che fossero.
Questo significa che i costi di produzione non sono più un problema, malgrado ciò che spesso si è detto in Italia e in Europa durante la Grande crisi. In questo senso, l’aggiustamento di competitività relativa al resto dell’area euro è già avvenuto: a Mondragone si produce a costi del lavoro degni dell’Asia orientale. Se la città esporta pochissimo, se la sua imbattibile mozzarella prodotta al mattino non si trova la sera nei ristoranti di Milano, Londra o Parigi, dev’essere per qualcos’altro. Mancano la polizia o anche le forze armate – perché no anche loro – per le strade a imporre l’ordine pubblico. Manca uno sforzo per diffondere istruzione e sicurezza. Quindi mancano gli investimenti. Il Sud d’Italia oggi è come un titolo azionario crollato ai minimi. Chi avesse il coraggio di puntarci con decisione adesso, potrebbe far registrare all’intero Paese enormi guadagni perché il margine di miglioramento è enorme. Quanto dobbiamo aspettare?