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 2015  dicembre 01 Martedì calendario

Ancora giallo sul caso Shalabayeva. I kazaki pagarono i 70mila euro per l’aereo tre ore prima dell’ok dei magistrati

I kazaki erano talmente certi di poter rimpatriare Alma Shalabayeva che pagarono l’aeroplano prima che la Procura di Roma firmasse il nullaosta alla sua espulsione. Il Fatto Quotidiano, incrociando più fonti, è riuscito a ricostruire la giornata del 31 maggio 2013, quella che vide la signora Shalabayeva, alle 19.03, decollare da Ciampino, a bordo di un aereo della compagnia austriaca Avcon Jet, in direzione di Astana. Quella mattina fu la Air-Dynamic, secondo i pm umbri, a occuparsi di trovare l’aeromobile per il Kazakistan. “A me risulta – dice un testimone che chiede l’anonimato ma è disponibile a confermare il dato in Procura – che il pagamento di circa 70mila euro avviene intorno alle 13:50 del 31 maggio. Per guadagnare tempo l’ambasciata kazaka propose persino una transazione in contanti”.
Il punto è che alle 13:50 del 31 maggio, stando all’indagine della Procura di Perugia, per Alma Shalabayeva non può ancora essere allontanata dall’Italia. Non solo. Non è neanche in compagnia di sua figlia che, infatti, la raggiungerà direttamente sulla pista qualche ora dopo. Ma c’è di più. “Il primo contatto dei kazaki per la richiesta dell’aereo – continua la nostra fonte – avviene alle 8 del mattino. Avevano bisogno di un volo da Roma ad Astana, per 5 passeggeri, con ritorno il giorno dopo, sempre per 5 persone”. Ecco, forse è il caso di ripartire da questo momento, le 8 del mattino del 31 maggio.
Quando la diplomazia kazaka contatta la Air-Dynamic, alle 8 del mattino, la signora Shalabayeva non è ancora comparsa dinanzi al giudice di pace, Stefania Lavore, che dovrà pronunciarsi sul suo trattenimento all’interno del Cie. L’udienza, ricostruisce la Procura di Perugia, inizia alle 10.40 e termina alle 11.20. Alle 8 non v’è alcuna certezza che la giudice convalidi il trattenimento che, si badi, è un passaggio preliminare alla procedura di espulsione. Eppure, 2 ore e 40 minuti prima dell’udienza, la diplomazia kazaka ha già le idee chiare: “La partenza desiderata era tra le 14.00 e le 16.00”, continua la fonte, “e la Air-Dynamic, intorno alle 8.40, rintraccia la compagnia aerea pronta a volare da Roma ad Astana. È la compagnia austriaca Avcon Jet, con un velivolo disponibile a partire da Lipsia alle 14.35 e atterrare a Roma alle 16.05. Per organizzare il volo è però necessaria una conferma dell’ambasciata. E, comunque, nessun aeromobile si muove senza aver prima incassato il pagamento”.
La Shalabayeva, nel frattempo, viene condotta dinanzi al giudice di pace, dove resterà dalle 10.40 alle 11.20, quando termina l’udienza. La giudice – indagata per aver redatto un falso verbale e per concorso in sequestro di persona – alle 11.20 convalida il trattenimento. La convalida, però, non dà alcuna certezza sull’espulsione: per esser certi di poter imbarcare la Shalabayeva sull’aereo, infatti, gli ambasciatori kazaki avrebbero bisogno di un ulteriore passaggio. Anzi due. Il primo: Shalabayeva è indagata dalla Procura di Roma con l’accusa di essere in possesso di un passaporto falso. La Procura guidata da Giuseppe Pignatone deve decidere se accettare che l’indagata lasci il territorio italiano oppure non, negando il nulla osta. Secondo: il capo dell’ufficio immigrazione, Maurizio Improta, deve inviare alla Procura di Roma una nota, che sia d’aiuto per la decisione.
Dalle 11.20 in poi, quindi, è necessario che Improta invii una nota in Procura e che la Procura stessa decida se rinunciare alla presenza della Shalabayeva in Italia, pur avendo indagini in corso sul suo conto. Eppure i kazaki, secondo la nostra ricostruzione, stipulano il contratto poco dopo: “Alle 11.55 circa”, spiega la nostra fonte. E quindi: appena 35 minuti dopo la fine dell’udienza che convalida il trattenimento, quando non v’è alcuna certezza, per l’ambasciata, dell’espulsione di Shalabayeva e sua figlia. Il nullaosta della Procura arriverà, sì, e anche in tempi rapidi, ma comunque alle 17, quindi ben cinque ore dopo la stipula del contratto di volo. Non solo: i kazaki avevano già pagato il volo ben tre ore prima. “Alle 13.59 – continua la fonte – è già stato bonificato il pagamento per la Avcon Jet. L’aereo atterra a Ciampino alle 14:30 e decolla alle 19:03”. E la Air-Dynamic non guadagna un solo centesimo.
“In quelle ore abbiamo fatto un passo indietro – spiega Raffaella Meledandri di Air-Dyanamic – perché non c’era neanche il tempo per rispettare le nostre procedure di mediazione. Nei fatti non abbiamo avuto alcun ruolo, se non quello di aver messo in contatto l’ambasciata con la Avcon Jet che, come noi, non aveva alcuna consapevolezza sul nominativo dei passeggeri, finché non sono saliti a bordo”.