Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 26 Giovedì calendario

«Vivere non ha alcun senso. Tutto è affidato al caso e gli orrori ci circondano». Questo ha imparato finora Woody Allen

Da oltre mezzo secolo ci fa ridere con il suo umorismo dissacrante. Il regista e attore newyorkese Woody Allen è alla vigilia di un compleanno importante: compirà 80 anni il 1° dicembre. In tutta la sua lunga carriera fatta di 46 film e quattro Oscar, non ha mai abbandonato quell’espressione malinconica, a tratti disperata, che rende involontariamente comiche perfino le sue esternazioni più serie. Sia pure gentilissimo, ha l’aria da funerale anche ora che me lo trovo davanti per parlare del suo nuovo film Irrational Man, “l’uomo irrazionale”, (nelle sale il 17 dicembre), storia di un cinico professore di filosofia interpetato dall’attore Joaquin Phoenix, dell’allieva innamorata di lui, l’attrice Emma Stone, di un delitto, di scelte irreversibili. Protagonisti, malgrado il tono leggero, sono i grandi interrogativi esistenziali che caratterizzano i film drammatici di Woody come Match Point e Sogni e delitti. L’unico sorriso sul volto di Allen, a dire la verità, lo vedo quando lo incrocio in un corridoio dell’albergo che ospita la nostra intervista: non a caso è con la moglie Soon-Yi Previn, di 35 anni più giovane.
Che effetto le fa compiere 80 anni?
«Non me ne importa niente, a parte che comincio a pensare ai diritti d’autore destinati ai miei figli».
Che cosa ha imparato finora?
«Che vivere non ha alcun senso. Tutto è affidato al caso e gli orrori ci circondano».
Proprio non riesce a vedere una luce?
«Molti si gettano sulla religione o ricorrono agli psicoanalisti. Fatica inutile: la realtà è molto triste e un giorno ci ritroveremo tutti nella tomba».
Se la vede così nera, come ha fatto a realizzare tante commedie irresistibili?
«Il compito degli artisti è distrarre le persone dal loro tragico destino. In realtà sognavo di diventare un regista drammatico, come lo svedese Ingmar Bergman. Ho deciso di far ridere perché l’umorismo mi veniva naturale e mi pagavano bene. Già da giovane ero un tipo noiosissimo».
Anche con le donne? Prima di Soon-Yi, sua moglie dal 1997, è stato sposato con la studentessa Harlene Rosen e con l’attrice Louise Lasser.
«Un tempo ero egoista e insensibile, poi ho imparato a condividere i sentimenti delle mie compagne. E sono cambiato».
Qual è oggi il segreto del suo matrimonio?
«Forse proprio la differenza di età. All’inizio Soon-Yi vedeva in me una figura paterna. Oggi cerchiamo di farci felici a vicenda e funziona. Credo nella fortuna».
È la seconda volta, dopo Magic in the Moonlight, che dirige Emma Stone: che cosa trova in lei?
«Mi ricorda Diane Keaton, la protagonista del mio film Io e Annie e per anni mia compagna. Come lei, Emma è bella, intelligente, buffa e ha un talento illimitato».
Irrational Man parla di scelte illogiche: a lei capita di farne?
«No, tengo i piedi per terra e continuo a lavorare. Smetterò solo quando il pubblico si sarà stancato di me. La pensione mi sembra ancora lontana».