Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 27 Venerdì calendario

Luaty Beirão, il rapper angolano finito in carcere per aver letto un libro

La prima volta che ho sentito parlare di questa storia è stato dalla email di un giovane amico che diceva cosi: «Ti scrivo per sensibilizzarti in merito al caso di Luaty Beirão. Luaty è un prigioniero politico angolano da 24 giorni in sciopero della fame. È stato messo in carcere più di tre mesi fa perché “tentava un colpo di Stato” quando assieme ad altre persone stava leggendo un libro. I termini per la detenzione preventiva sono scaduti e lui insieme ad altri 16 attivisti rimane in prigione».
È passato qualche tempo. Luaty Beirão ha sospeso lo sciopero della fame dopo cinque settimane. I mesi di carcere sono diventati sei (l’arresto risale a giugno). Finalmente i 17 attivisti angolani sono comparsi in un’aula giudiziaria e un giudice ha formalizzato un atto d’accusa pesantissimo: complotto e rivolta contro il presidente della Repubblica e le istituzioni dello Stato. Pena massima prevista: dodici anni.
Luaty Beirão è un rapper e un attivista politico non violento. Ha due lauree, una in Francia e una in Gran Bretagna, e un volto sorridente che è facile vedere digitando il suo nome su YouTube. Suo padre è un pezzo grosso del partito al potere in Angola. Da tempo Luaty – nome d’arte Ikonoklasta - sostiene che dopo 36 anni è gran tempo che il presidente José Eduardo Dos Santos si faccia da parte. E che gli oligarchi che ammassano enormi fortune personali grazie al petrolio dovrebbero spartire con gli altri le ricchezze dell’Angola.
È questo il suo crimine. Quel giorno di giugno era impegnato in una discussione di gruppo sul classico libro di Gene Sharp, il teorico della rivoluzione non violenta.