Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 26 Giovedì calendario

Ecco che cosa avrei detto in tv sulla presunta guerra contro l’Isis, se avessi accettato il cortese invito di partecipare a un talk show

Un amico giornalista ha fatto un sondaggio (non un invito) per invitarmi a partecipare a un talk show sulla presunta guerra, stante i miei articoli pubblicati su ItaliaOggi. Dopo avere riflettuto per una notte, ho declinato, soprattutto per rispetto verso il conduttore: involontariamente, avrei potuto alterare l’atmosfera della trasmissione. Inoltre, quando i partecipanti sono più di tre, io sono a disagio. L’ottimale per me sarebbe un “renziano” di stretta osservanza (mi piacciono, fingono di essere indipendenti, in realtà sono la voce fuori campo del Premier) e, in alternativa: o un “leghista” (loro nel bene e nel male si presentano sempre nature) o un “sinistra italiano” (mi tranquillizzano, so già cosa diranno) o un “grillino” (per mie carenze, ho difficoltà a capire, non i contenuti, ma il loro linguaggio). Nella mia riflessione notturna mi ero preparato il discorsetto che avrei fatto in tv, qualora avessi partecipato. Ecco la “brutta” della mia scaletta.
«Chiedo scusa agli altri partecipanti e al conduttore, sono un ex balbuziente mascherato da fluido conferenziere, per cui se mi interrompete, perdo il mio ritmo rigorosamente artificiale, ed entro in crisi. Sono come quei centravanti che, a un certo punto della carriera, perdono il quid che li fa arrivare un soffio in anticipo del difensore e segnare, è il primo passo per essere certificato “bollito” l’anno dopo.
Una premessa. Nella prima parte della trasmissione, quella in cui, immagino, la “scaletta” farà riferimento allo scenario e ai diversi aspetti politici, militari, economici, morali, emotivi del problema, io non interverrò. Nulla di snobistico, ma non ce la faccio più ad ascoltare considerazioni del tipo: a) quelli dell’Isis non sono islamici ma criminali comuni; b) c’è un Islam moderato che non può essere confuso con loro; c) non c’è nessuna guerra di religione; d) non è dimostrato che qualcuno di questi sia arrivato su un barcone; e) sono giovani nati nelle nostre periferie, sbagliano, dovremo fare un maggior sforzo per l’integrazione; e) non possiamo rinunciare alle nostre libertà; f) dobbiamo distruggerli, sono un cancro; h) ora serve uno stretto coordinamento delle diverse intelligence; etc.
Aggiungete pure tutto quello che faccia riferimento al politicamente corretto ed io annuirò pensosamente, rivolto alla telecamera 2. Lo stesso quando direte che Hollande bene ha fatto a dirsi in guerra, a bombardare (annuirò pure se direte che fa il gradasso solo per essere rieletto), così come sarò d’accordo alla innovativa idea di D’Alema di un «Islam europeo per sconfiggere la Jihad», vorrei abbracciare Matteo Renzi in diretta per la meravigliosa locuzione che ben ci rappresenta «..l’Italia non si tirerà indietro..». Lo confesso, l’analisi, nelle sue varie sfumature, è ormai diventata una filastrocca, vorrei starne educatamente fuori, prima di addormentarmi in diretta.
Interverrò solo quando avrete sviscerato tutti i temi indicati sopra, quando avrete escluso come impraticabile la grande alleanza, tutti contro Isis: l’abbattimento del caccia russo da parte del losco Erdogan, con conseguenze tragiche, come ha detto Putin, probabilmente ha messo la parola fine a questa stravagante ipotesi.
A questo punto, mi sostituirei al conduttore facendo tre domande, chiedendo una risposta secca, senza ambiguità di sorta:
1. Siete disposti a fare l’unica guerra possibile, quella di terra, quindi mandare a combattere i nostri figli e nipoti nelle lande sabbiose siro-irachene?
2. Ci schieriamo con i sunniti tipo Turchia, Arabia Saudita, Emirati (protettori neppure occulti dell’Isis) o con gli sciiti tipo Iran e Assad, quindi con Putin?
3. Convenite che sugli americani è inutile fare conto, per diversi motivi: a) hanno raggiunto l’indipendenza energetica grazie al shale oil & gas per cui il petrolio medio orientale non ha più alcun interesse per loro; b) le guerre in quel quadrante sono già costate al contribuente americano 4.500 miliardi $ (e il debito è schizzato a 19.000 mld) e al suo popolo 6.000 morti e quasi un milione di feriti; c) non sono più un Impero, non sono più disposti a morire per gli alleati (hanno già dato), per cui pensano sia meglio stare in campana. Diciamocelo: nei loro panni farei altrettanto.
Temo che a questo punto il clima si sarebbe fatto caldo, tutti avrebbero alzato la voce, non sarei stato capace di reagire, le balbuzie tenute sotto controllo per una vita sarebbero esplose. Meglio stare a casa, e scrivere Camei.