Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 23 Lunedì calendario

Vito Claut, il friulano che ha pagato 175mila euro per farsi ibernare e rinascere fra 400 anni. E si è pure comprato un pezzo di terra su Marte

Ci tolgono anche le certezze assolute. Prendete questa: si vive una volta sola. «Concetti vecchi, da superare «per Vitto Claut, friulano giramondo che ha un obiettivo chiaro per il futuro: rinascere tra 400 anni. Per inseguire questa speranza ha firmato un contratto con Alcor, associazione no profit americana. Per la modica cifra di 175mila dollari Claut, 60 anni, avvocato esperto di diritto internazionale, presidente del Codacons Friuli Venezia Giulia, nel 2005 ha espresso la volontà di farsi ibernare. Tradotto: una volta morto, Claut farà crioconservare il proprio corpo nella sede della Alcor, nella speranza tra quattro secoli di rinascere. «Lo so, è una sfida, ma sono un vorace consumatore del mondo. Conosco sette lingue: italiano, inglese, tedesco, francese, russo, spagnolo e portoghese. Sto studiando arabo e cinese. Ho fatto sei volte il giro del mondo e ho visitato 176 Paesi grazie al mio lavoro».
Avvocato, scusi l’impertinenza: lei è pazzo?
«Quando il vicino chiese a mia mamma: “Cosa pensi di tuo figlio?”, lei rispose: “È un po’ matto”. Il 95% delle persone pensa che io sia un folle. Il 5% mi ritiene un genio. Pensino quel che vogliono».
Prima di dirmi come funziona l’ibernazione mi spieghi perché lo fa.
«Amo la vita, non ci sono altre motivazioni».
Quando nasce questa idea?
«Nel 2002 leggo il libro “Non uccidere” scritto da Fabrizio Del Noce, c’era un capitolo dedicato ad Alcor. Rimango affascinato e siccome sono molto curioso nel 2003 vado a visitarne la sede. Mi presento e mi accoglie Jennifer. Mi mostrano la struttura, incontro il presidente. Mi illustrano anche quel coso... il barilott».
Il che?!
«Qui in Friuli lo chiamerei così, il barilott dove conservano i corpi delle persone morte».
Sarebbe il tewar, la cisterna in cui vengono immersi i cadaveri?
«Ecco, il tewar. O barilott, alla friulana».
Ma ha visto anche i cadaveri?
«Quelli no, non è consentito».
Si dice che tra i corpi conservati ci sia quello di Walt Disney?
«Certo! Lui è tra quelli che ha finanziato il centro».
Avvocato, è una leggenda. Disney è morto nel 1966 e la Alcor è nata sei anni più tardi.
«Non so, così dicono. Quando sono stato io c’erano una ottantina di corpi. Ora, a quanto mi risulta, sono più di 130».
Vabbè, torniamo alla sua visita alla Alcor.
«Sto lì quindici giorni al termine dei quali dico: ci sto, voglio rivivere tra 400 anni. E loro mi rispondono di no».
Come no?!
«Prima mi volevano visitare per verificare che fossi sano. Non prendono persone con patologie gravi, per esempio un sieropositivo».
Perché?
«Perché tu non paghi direttamente loro, stipuli una assicurazione che vuole verificare la tua aspettativa di vita».
Mi faccia capire.
«Tre mesi dopo ero a Miami e lì mi hanno fatto tutte le analisi. Un mese più tardi mi hanno comunicato che accettavano la mia iscrizione. Tra una cosa e l’altra ho stipulato il contratto a inizio 2005, il primo italiano in assoluto. Ma, come le dicevo, non con loro, bensì con una assicurazione. Io pago 175mila dollari, 3600 dollari l’anno. Se muoio prima di aver saldato tutto, ci pensa l’assicurazione a coprire la parte mancante. Ora però i prezzi sono saliti, mi risulta che il procedimento costi 225mila euro».
Scusi l’argomento, ma ovviamente se lei morisse di morte violenta...
«Perderei tutto, certo. Se cade l’aereo su cui viaggio è la fine, amen. Se invece mi trovano un tumore e mi danno un mese di vita…».
Che succede?
«Faccio un viaggio sola andata e vado alla Alcor. A morire».
Interessante. E lì cosa succede?
«Entro due minuti dalla morte cerebrale la mia testa viene portata a una temperatura di meno 96 gradi, altrimenti le cellule del cervello iniziano a decomporsi. Entro sei ore dalla morte mi tolgono tutto il sangue e lo mettono in una ampolla vicino al mio corpo. Al posto del sangue mi iniettano azoto. Poi il corpo viene abbattuto a una temperatura di meno 196 gradi. E finisco nel barilott, a testa in giù».
E lei paga per questo?
«Guardi che la Alcor collabora con quindici università americane. Senta, io voglio vedere il mondo tra 400 anni, non ho altre possibilità. Se lei mi dice: “Avvocato, se compra un chilo di banane rivivrà tra 400 anni”, io compro un chilo di banane».
È un atto di fiducia il suo. A testa in giù nel barilott.
«Fiducia totale. Conosce altri modi?».
Se questa Alcor la ingannasse per avere organi e corpi a disposizione?
«In America controllano, sa? Poi non è una società, è una associazione no profit, non può fallire, c’è un ricambio continuo di persone».
Ma verrà compilato un certificato della sua morte?
«Certo, sarò morto per la legge e il mio corpo sarà conservato così. Chiunque può possedere una cosa, la cosa è il mio corpo che dopo la morte diventerà una res nullius».
Siamo rimasti che lei è morto di tumore e sta nel barilott a meno 196 gradi. Se rinasce tra 400 anni è già malato?
«Ovviamente nel contratto è previsto che prima dovranno curare la malattia per cui sono morto e poi tenteranno di riportarmi in vita».
Mettiamo che lei muoia a 80 anni. Rinascerà tra quattro secoli già vecchio.
«Eh no mio caro! Nel 1300 la vita media era di 40 anni, ora è di 80 anni. Quando rinascerò sarà progressivamente spostata: che ne so, 160 anni. Quindi io rinascerò nel mezzo del cammin di nostra vita...».
Poi però vivrà altri 80 anni e stop.
«Chi lo dice? Tra 400 anni magari avranno scoperto un’altra possibilità».
Non ha paura in questi quattro secoli di sentire freddo?
«Teoricamente può capitare di tutto, ma accetto il rischio».
Lei crede in Dio?
«Sarebbe troppo lungo il discorso, preferirei soprassedere».
Come immagina il mondo al suo risveglio?
«Con pochi alberi, brullo, simile a Marte. Ci sarà poca acqua, saremo costretti a vivere sottoterra e a cibarci di pillole o con iniezioni. Nel frattempo sarà scoppiata certamente qualche atomica e cinque miliardi di persone saranno state polverizzate».
E lei paga 175mila dollari per vivere in un mondo del genere?
«Sarà uno schifo ma non lo posso creare come vorrei. Io lo immagino così. Ma ci saranno cose da fare: magari andremo su Marte per il weekend. Anzi ho già un terreno su Marte».
Avvocato, ora mi prende in giro.
«Giuro. C’è una società tedesca che vende lotti di terreno su Marte. Alcuni amici mi han regalato duemila metri quadrati, costo cinquanta euro. Lì costruirò una bella casetta, magari di acciaio visto il caldo che fa. Certo ho un timore».
Avanti.
«Che qualcuno, mentre io sono nel barilott, vada su Marte e mi prenda il terreno per usucapione. Se succede rimarrò senza proprietà».
Senza proprietà, senza amici, senza un familiare, senza un soldo. Come farà?
«Crede che abbia paura di una cosa del genere? Me la caverei di sicuro».
Qualcuno la chiama interessato a questa avventura?
«Altro che qualcuno! Sono presidente della “Associazione ibernazione umana”, e anzi, ne approfitto per lasciare la mia mail, vitto.claut@gmail.com, se qualcuno mi vuole contattare può scrivermi qui. E comunque ricevo ogni giorno chiamate. Anche assurde. Una volta un dottore di Catania mi implorò: “Avvocato, è morto mio padre, posso ibernarlo?”. Un medico, capisce. Un altro mi disse: “Mio padre sta morendo, è in ospedale, cosa possiamo fare?”. Eh, ragazzi, bisogna pensarci prima».
Si vive una volta sola.
«Concetti di cento anni fa ma il mondo cambia. Ci pensi, prima ti rimbambivano: “Compra il mattone!”. Oggi, con quel cazzo di governo che mette tasse su tasse, sta meglio chi non ha niente. I concetti mutano. Piuttosto mi lasci fare un appello».
A questo punto faccia quel che vuole.
«Cerchiamo qualcuno che possa mettere a disposizione tre milioni di euro per creare una filiale della Alcor in Italia».
Ma in Italia è vietata la crioconservazione.
«Le leggi sulla inumazione dei corpi sono datate. Come i concetti, si cambiano».
Come?
«Si costruisce il centro. Poi ci sarà un primo morto che verrà ibernato, magari un Vitto Claut. Ci sarà la solita presa di posizione della Chiesa, lo Stato reagirà e un magistrato interverrà. Noi impugniamo il provvedimento e facciamo ricorso alla Corte costituzionale. Vinciamo e la legge cambia».
Come fate a costruire un centro illegale?
«Siamo in Italia. Basta costruire un centro in cui si dichiara che si fa una cosa, poi lo trasformiamo».
Ottimo. Mancano tre milioni, chi li ha?
«Silvio Berlusconi. È l’unico. Ci appelliamo a lui, mi sembra tra l’altro che voglia vivere 120 anni. Se Berlusconi è interessato, noi siamo qui».