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 2015  novembre 23 Lunedì calendario

Sedici arresti a Bruxelles • Obama: «Distruggeremo l’Isis» • Il fidanzato della Solesin: «Valeria è morta tra le mie braccia» • Il Pd vuole vietare le primarie agli ex sindaci • In Argentina gli exit poll danno in grande vantaggio il neoliberale Macri • Un avvocato milanese al governo nella città di Foshan, in Cina

  Bruxelles Bruxelles è blindata e in stato di guerra. Chiuse le strade vicino alla Grand Place. Un autobus viene requisito e usato per sbarrare rue du Lombard, come se non ci fosse stato il tempo di preparare l’operazione. Alle nove di sera almeno due isolati sono completamente tagliati fuori dal resto della città, non si entra e non si esce dalla parte di rue Midi adiacente alla Grand Place fino a Place Saint Jean. I militari hanno ordinato ai clienti dell’hotel Radisson blu di non uscire dalle stanze. Evacuate la sede della tv fiamminga e la stazione ferroviaria Malines. Poi il blitz che ha portato all’arresto di sedici terroristi, tra le quali — come ha detto il procuratore — non c’è il super ricercato Salah Abdeslam. L’uomo, secondo indiscrezioni, sarebbe stato intercettato vicino a Liegi ma poi sarebbe riuscito a fuggire in auto verso la Germania. Il premier belga Michel: «La minaccia resta seria e imminente». Anche oggi chiuse scuole e metropolitana (Imarisio, Cds).

Obama «Distruggere l’Isis non è solo un obiettivo realistico, ma lo otterremo. Lo perseguiremo con ogni aspetto del potere americano, e con tutti i partner della coalizione che abbiamo messo insieme. Lo faremo». Finora il presidente Obama era sempre stato più prudente, almeno nel linguaggio, e aveva descritto la strategia contro lo Stato islamico come un processo di lungo termine, che puntava prima a indebolirlo e poi a sconfiggerlo. Ieri però, nella conferenza stampa che ha chiuso il suo viaggio in Asia, ha deciso di essere molto più netto. Ha promesso che l’Isis verrà distrutto, senza mezzi termini. Il cambio di marcia del presidente probabilmente è dovuto agli attacchi di Parigi, e al fatto che domani riceverà alla Casa Bianca il collega francese Hollande che gli chiederà di allargare la colazione alla Russia (Mastrolilli, Sta).

Valeria Ieri migliaia di persone hanno fatto visita nel municipio di Venezia alla camera ardente allestita per Valeria Solesin, la 28enne ricercatrice all’Università La Sorbone uccisa dai terroristi venerdì 13 nell’assalto al Bataclan. In quel teatro la ragazza è stata colpita dalle prime raffiche di kalashnikov, un solo colpo è entrato dal lato sinistro del volto ed è uscito dalla schiena. È spirata, dissanguata, tra le braccia del fidanzato Andrea Ravagnani che si è finto morto cercando di proteggerla, come ha raccontato ai carabinieri del nucleo investigativo di Venezia che l’hanno ascoltato nell’ambito delle inchieste aperte dalle procure di Venezia e di Roma. «È stato un tempo infinito», ha detto agli investigatori, quello trascorso prima dell’arrivo delle teste di cuoio francesi, due ore dopo, che l’hanno preso, separato dalla fidanzata e portato in salvo, dandogli l’illusione, dovuta anche allo stato di shock per l’incubo attraversato, che Valeria potesse essere ferita ma viva, ricoverata in uno degli ospedali di Parigi nei quali gli amici l’hanno cercata per tutta la giornata di sabato. Una ricostruzione, la sua, confermata dalla sorella Chiara e dal fidanzato Stefano Peretti, anche loro al Bataclan (Furlan, Rep).

Primarie In Italia il 12 giugno è previsto il primo turno delle amministrative. Che, nel caso del Pd, saranno precedute dalle primarie del 20 marzo. Mai come questa volta, con il caso Bassolino aperto a Napoli, e l’incognita Marino a Roma, le primarie si prevedono complicate. Per evitare queste difficoltà è stato deciso di porre regole precise e vincolanti per tutti. E ce n’è, una, in particolare, che taglierebbe la testa al toro in alcune situazioni locali. È questa: chi è stato sindaco non può ricandidarsi alle primarie del Pd. Al Nazareno spiegano: vale per Marino nella Capitale e per Bassolino a Napoli, ma varrebbe anche per lo stesso Renzi a Firenze o per Veltroni e Rutelli a Roma. Ovviamente la regola non vale per i sindaci in carica che si cimentano con un secondo mandato. Per esempio, a Torino Piero Fassino scenderà in campo (Meli, Cds)

Argentina In Argentina gli exit poll danno in grande vantaggio il candidato neoliberale Mauricio Macri. Con la sua vittoria, finiscono 12 anni di governo marchiati dal cognome Kirchner, un’amministrazione peronista che ha portato il Paese fuori dalla crisi del default, ma che oggi ha pure rimesso la crescita al punto zero, insistendo con la propria ricetta socialista e abbandonandosi a una grave corruzione (Fiorini, Sta).

Cina L’avvocato Giovanni Lovisetti, 33 anni, milanese, è tra i cinque professionisti internazionali assunti come funzionari governativi locali a Foshan, una città di 7,5 milioni di abitanti nella provincia del Guangdong. Fa parte di un team che ha il compito di far conoscere meglio Foshan e le sue opportunità all’estero, per attrarre investimenti. «Guadagno il triplo di un collega cinese e questo ha creato qualche polemica e invidia sui social network di qui, perché anche in Cina l’economia rallenta e i giovani laureati faticano a trovare un buon impiego, soprattutto statale». In più, il governo di Foshan aveva messo a disposizione un appartamento gratuito. «Ma io non vado d’accordo con gli scarafaggi e quelli che ho visto lì erano grossi. Per questo la casa me la sono trovata da solo e me la pago». Qui gli affari si celebrano con il rito del «gambei», la famosa serie di brindisi a base di Baijiu, il liquore locale che brucia lo stomaco: «Mi è capitato di doverne bere mezza bottiglia, ho superato la prova, mi hanno fatto i complimenti perché ero rimasto sobrio» (Santevecchi, Cds).

(a cura di Roberta Mercuri)