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 2015  novembre 12 Giovedì calendario

Vittorelli? Io lo conoscevo bene. Un maniaco dei festini gay

Quando qualche ora fa chi vi scrive ha appreso che è stato indagato tal Pietro Vittorelli, nientemeno che ex abate di Montecassino, perché accusato di essersi ciulato 500 mila euro dall’amata Curia, è caduto dallo sgabello a tre piedi che sostiene il suo leggiadro corpicino!
Ebbene sì! Perché l’alto prelato, in realtà, il sottoscritto, come buona parte del mondo gayo meneghino e capitolino, lo conosce assai bene… ma con il falso nome di  Marco Venturi. Sì… Marco Venturi (c’è anche il suo account sulla chat gay Grinder), un simpatico signore che vive in una spartana casetta sulla Casilina! È qui che riceveva i suoi intimi amici ed è qui che, si dice, si lasciasse andare ai piaceri più estremi e dissoluti.
Chi vi scrive parla con cognizione di causa. Il Vittorelli che hanno arrestato oggi qualche mese fa scriveva (firmandosi Marco):  «stasera ho ordinato dei bicchieri di cristallo per te… li useremo per bere piscio…». Un signore! Al di là della metafora diuretica c’è da dire che quello che noi conoscevamo come Venturi, amante del sadomaso e delle dark room di Berlino e di Milano, era in realtà un uomo assai generoso.
Memorabili le sue cene al ristorante “Ottavio” a Santa Maria Maggiore a Roma. Per “l’ultima cena” (tutta a base di pesce e champagne) spese per due persone la bellezza di 500 euro. E molti furono i “danè” che pare poi, nella stessa sera, avesse elargito a dei ragazzotti arabi amanti della “buona cucina”.
La leggenda vuole che in un locale porcino di Berlino l’alto prelato si sia pure sentito male. Fu portato, dicono, per sua volontà in una clinica privata. Con buona pace dei suoi accompagnatori e del suo portafoglio. Il nostro eroico “Marco” aveva anche una fissa: inviare ai suoi “cari” amici immagini della sua bocca e del suo corpicino. A chi vi scrive e alla comunità gaya di mezza Europa, “Marco-Pietro” mancherà come un flute di champagne nei pomeriggi d’estate sulla Casilina!