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 2015  novembre 08 Domenica calendario

Il mal amato cardinale Mazzarino

La fama di “grande tessitore”, Mazzarino se l’era conquistata nella battaglia di Casale. Era il 1630, l’Italia era divisa tra “Franza e Spagna”; Casale era occupata da una guarnigione francese, e accerchiata dalle forze spagnole. Un’armata, pure di francesi, convergeva dall’esterno in appoggio agli assediati. All’alba della battaglia, i soldati, secondo l’uso, recitarono le preghiere; da Casale partì il cannoneggiamento: le prime, predestinate file degli enfants perdus avanzavano a colpi di moschetto, quando un cavaliere a cavallo comparve, agitando il cappello, e gridando: “Pace, pace!”. Era Mazzarino, che portava tra i proiettili la notizia che gli spagnoli avevano appena accettato l’ultima versione della bozza d’armistizio; avvisò i francesi sul campo, poi quelli di Casale, poi il comandante spagnolo; a macchie successive ottenne il cessate il fuoco. Tutte le gazzette raccontarono l’impresa dell’inviato del papa. Mazzarino era in realtà già legato a Richelieu; gli Spagnoli furono scontenti dell’accordo, e in Spagna il conte-duca Olivares diede un consiglio al Nunzio apostolico: “Mazzarino, dovete impiccarlo”.
Il papato diffidava in effetti; ma Richelieu volle Mazzarino a Parigi, Nunzio e Cardinale, e Luigi XIII lo chiamò al suo Consiglio. Ritraggono Mazzarino nella prima riunione dei ministri, alla morte del re: umile, inesperto e sbalordito; ma “alto, bell’uomo, occhi vivaci”: osservazioni che già riflettono le dicerie che lo vogliono seduttore della Reggente, la vedova Anna d’Austria; le mazarinades rincareranno, fino all’oscenità, i termini di un’amicizia ardente, che è un’alleanza. Dopo il successo, oltralpe, della biografia di Simone Bertière, questo
Mazzarino dello storico Stefano Tabacchi, dalla poderosa documentazione, viene a restituire il profilo altissimo di un protagonista della storia d’Europa, a lungo mal amato. Per aver orchestrato la monarchia accentrata, governata con commissari dipendenti dal ministro, Mazzarino fu inviso all’aristocrazia, gelosa del suo potere diffuso; parlamentari e nobili si rivoltarono nella Fronda contro l’ “italianissime”– straniero e machiavellico. Tabacchi ricostruisce con passo meditato ma arioso la carriera di Mazzarino dalle decorose origini romane ai fasti francesi del potere; intanto, il cardinale edifica la sua fortuna e raccoglie le collezioni d’arte che pure hanno contribuito a fare grande la Francia: e più che avvincente è la storia ravvicinata delle finanze, pubbliche e private, del cardinal ministro. Ma lungo i mille rivoli in cui segue l’inesausta attività di Mazzarino, lo storico lascia delinearsi il prodigioso disegno politico di costruire un governo secolarizzato e un’Europa pacificata degli Stati.