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 2015  ottobre 13 Martedì calendario

La festa in Albania per la qualificazione della squadra all’Europeo

Il tappeto rosso (doppio) all’arrivo in aeroporto e all’ingresso del Palazzo del governo. Decine di fiori e bandiere con l’aquila nera a due teste. Centinaia di auto in carovana sulla strada che porta a Tirana. Migliaia di tifosi – ventimila, almeno – in delirio nella capitale a cantare e ballare e applaudire i nuovi eroi nazionali, la formazione dell’italiano (e albanese) Gianni De Biasi. Non sono mancati i drappi raffiguranti la «Grande Albania». Ma è un dettaglio, in una giornata di festa iniziata alle tre di ieri pomeriggio con l’accoglienza ufficiale del premier albanese e terminata con il ringraziamento di tutti in piazza Madre Teresa ( foto sotto ). Ma questa esultanza contiene anche una piccola, grande storia famigliare. Come quella dei fratelli Taulant e Granit Xhaka. Svizzeri di nascita, kosovari di origine, stesso percorso calcistico per entrambi (esordio nelle giovanili del Concordia Basilea, quindi in quelle del Basilea), poi ognuno ha deciso in quale nazionale militare: il primo, Taulant, 24 anni, s’è preso il passaporto albanese per giocare in quella rossonera. Il secondo, Granit, 23 anni, è rimasto fedele a quella biancorossa. Ai prossimi Europei scenderanno in campo tutti e due con maglie diverse e non sono in pochi a immaginare uno scontro diretto tra Taulant e Granit. L’altra storia è quella che ruota attorno a De Biasi. «Se decidi di lasciarci sappi che ti sequestro il passaporto italiano e non ti faccio uscire dal Paese», gli ha detto il primo ministro albanese Edi Rama, mentre consegnava la medaglia d’onore. Al di là delle finte minacce con il c.t. si apre l’unico capitolo «delicato»: il contratto. Il tecnico, da dicembre 2011 alla guida della squadra shqipetare, ha detto che il rinnovo è automatico e che bisogna rivedere – al rialzo – la cifra: 2 o 3 milioni di euro, sostiene, andrebbero bene. Del resto l’Albania ne prenderebbe 12 soltanto dall’Uefa. Più un altro paio dalla Federcalcio albanese come premio per la qualificazione. Ma è, anche questo, un dettaglio per una nazione in festa da ore per l’approdo all’Europeo. In attesa che sia l’altra Europa, quella politica, ad aprirle le porte.