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 2015  ottobre 08 Giovedì calendario

Storia di Libbie Bacon, la vedova del generale Custer. Fedele al marito per tutta la vita, si batté sempre per una sua riabilitazione storica riguardo al ruolo avuto nella tragica battaglia di Little Big Horn

I primi di luglio del 1876 Elisabeth Libbie Bacon seppe di essere diventata da alcuni giorni una vedova di guerra. Insieme alla cognata, Margaret Calhoun, che nella stessa battaglia aveva perso il marito, tre fratelli ed un nipote, Libbie si assunse il compito di informare della terribile notizia tutte le altre mogli dislocate a Fort Lincoln, nel North Dakota, missione pietosa che fece con grande dignità e fierezza, pur avendo essa stessa il cuore spezzato. All’epoca, Libbie aveva 34 anni essendo nata a Monroe, Michigan, l’8 aprile 1842 e pur essendo sposata da 12 anni, non aveva figli. Rimasta nella zona del Forte per i tristi adempimenti di rito e per assistere vedove in grande difficoltà, all’inizio dell’autunno tornò a Monroe dove venne accolta con commozione dal padre Daniel Samuel, un Giudice molto stimato nella Contea, e dalla matrigna Mary Humphery, una donna gentile e disponibile con la quale Libbie andò molto d’accordo. A 13 anni infatti, Libbie aveva perso la madre e tre fratelli in un terribile incidente ed era rimasta sola con il padre per alcuni anni. All’inizio del 1878, Libbie si trasferì a New York ed entrò in contatto con la Society of Decorative Arts, una associazione composta da vedove di guerra che secondo l’usanza del tempo non potevano lavorare. La sua pensione di guerra era di 30 dollari al mese, cifra che il generale Philip Henry Sheridan fece arrivare a 50. Con i pochi risparmi accumulati, Libbie chiese alla scultrice Vinnie Ream di eseguire un busto del marito, opera che tenne per il resto della sua vita come una reliquia. Iniziò anche a scrivere, con buon successo di pubblico e di critica, anche grazie a Mark Twain (Samuel Langhorne Clemens), John Burroughs e Francis Richard Stockton che l’aiutarono disinteressaramente. Raggiunto un tenore di vita più che agiato, Libbie prese a viaggiare anche in Europa ma a parte questo viaggio, dagli Stati Uniti non si mosse più per il resto della sua vita, battendosi per la riabilitazione militare del marito, attribuendo la responsabilità della battaglia persa ad altri due ufficiali che con i loro uomini avrebbero dovuto supportarlo. Entrambi peraltro non replicarono mai, riservandosi di intervenire quando ella fosse deceduta ma, al contrario, Libbie gli sopravvisse di molti anni. Ad ogni nuovo Presidente che veniva eletto, Libbie rivolgeva la supplica di “avere giustizia” attraverso una revisione della ricostruzione iniziale degli eventi. Tra questi, Grover Cleveland, Theodore Roosevelt, William Taft e Warren Harding furono i più sensibili ma riconoscimenti ufficiali pubblici a tale riguardo non ne arrivarono mai. La sua fedeltà per il marito non vacillò mai, rispose personalmente ad ognuno che le si rivolgesse in ricordo di lui, non si risposò e per 57 anni tenne fede al giuramento fatto sulla sua tomba a West Point, dove riposa anche lei dal 6 aprile 1933, cioè quando già iniziava a delinearsi la politica del “New Deal” instaurata da Franklin Delano Roosevelt. Era Elisabeth Bacon Custer, vedova dello sfortunato e leggendario eroe; o. se preferite, del protagonista irresponsabile della battaglia di Little Big Horn del 1876 nella quale i guerrieri di Cavallo Pazzo e Toro Seduto annientarono il 7° Cavalleria degli Stati Uniti in 40 minuti di una giornata di tragica follia.