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 2015  ottobre 07 Mercoledì calendario

A Santhià, nel Vercellese c’è la scuola dove è vietato fare festa. Una circolare della preside vieta di portare in classe torte, panini e bibite. Per una questione di allergie e per evitare discriminazioni: «Non di rado si vedono situazioni in cui alcuni bambini possono portare i pasticcini, mentre altri non hanno le disponibilità economiche per farlo»

Un merendina-detector, o un «naso» all’ingresso della scuola per scovare i ragazzini che nascondono in cartella una fetta di torta della nonna. Di certo la preside dell’istituto comprensivo Sant’Ignazio di Santhià, nel Vercellese, farà rispettare fino in fondo la sua circolare. Non per nulla l’ha chiamata «divieto di introduzione e consumo di alimenti ad uso collettivo nella scuola». Facendo arrabbiare alcuni genitori che protestano sul profilo Facebook del sindaco. Delusi i bambini, visto che al divieto si accompagna la messa al bando delle feste di compleanno, ossia banchetti a base di bibite e dolciumi vari, freschi e confezionati. Insomma, i piccoli potranno mangiare solo alla mensa. O, in solitudine, la merenda avuta dai genitori. E guai a chi distribuisce caramelle o «passa» una pizzetta al compagno che ha scordato il cibo a casa.
Ma la preside no-snack, Annamaria Martinelli, era animata da buone intenzioni. La sua è una guerra preventiva ad allergie e intolleranze. Nonché un gesto di livellamento democratico: «Non di rado – spiega – si vedono situazioni in cui alcuni bambini possono portare pasticcini e torte, mentre altri non hanno le disponibilità economiche per farlo». Non solo: «L’alimentazione a scuola – si legge nella circolare – implica il richiamo a temi connessi alla salute e alla sicurezza, e così la distribuzione e il consumo collettivo di alimenti nelle classi richiama alcune gravi problematiche come il forte aumento di casi di bambini allergici o intolleranti a sostanze presenti negli alimenti e la difficoltà a garantire la sicurezza degli alimenti prodotti in casa».
La preside non ci sta a calzare i panni dell’orco guastafeste: «Non ho tolto nulla, le feste di compleanno si potranno ancora fare, ma senza mangiare cibi preparati a casa o artigianali», spiega. Il severo regolamento infatti non manca di qualche apertura. E autorizza, tanto per dire, una super-festa ogni 30 giorni per celebrare tutti i compleanni compiuti nel mese. Con un limite, però: solo cibi confezionati e muniti di etichetta, che i docenti provvederanno a conservare per l’intero anno scolastico.
La stretta, su questo la circolare è chiara, si deve «al forte aumento di casi di bambini allergici o intolleranti» e «alla difficoltà di diversificare nella classe la distribuzione di alimenti in base alle allergie o intolleranze di ciascuno». E se proprio festa dev’essere, allora i ragazzi si dovranno accontentare di «un momento ludico e non alimentare».
Alcune mamme l’hanno presa bene, convinte dal richiamo alla sicurezza. Altre criticano la preside: «Così si perde la bellezza di essere bambini, di festeggiare senza pensieri e di condividere il cibo», dice Barbara Ceccolin. Una soluzione la propone Elisa Montanari, pediatra di zona: «Mi sembra un problema facile da aggirare – dice -, per evitare episodi di allergia è sufficiente che quando le mamme preparano i cibi per le feste indichino con precisione gli ingredienti utilizzati».