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 2015  ottobre 07 Mercoledì calendario

Arbitri con la pistola, quando la realtà batte la fantasia: dal calcio epico immaginato da Soriano al calcio fin troppo ruspante delle dilettanti brasiliane

William Brett Cassidy, «che diceva di essere figlio naturale del cowboy Butch Cassidy, il quale prima di finire crivellato di pallottole in Bolivia era vissuto per molti anni nelle fattorie della Patagonia», era un arbitro di calcio assai speciale. E bene ha fatto Darwin Pastorin, che porta anche nel nome il prezioso meticciato culturale di italo-sudamericano figlio di emigranti, a ricordarlo nel blog su Huffingtonpost.it.
L’arbitro Gabriel Murta, il poliziotto che giorni fa non riuscendo a tenere in pugno una partita brasiliana fra dilettanti è rientrato negli spogliatoi per tornare in campo impugnando la pistola, infatti, viene giù diritto dalle storie dello scrittore argentino Osvaldo Soriano, straordinario narratore di un calcio epico. Quello del portiere indio Gato Diaz che con la testa che «risplendeva come una pentola di alluminio» per la brillantina parò un rigore «lungo una settimana» e di difensori «lenti come somari e pesanti come armadi» e di arbitri come appunto William Brett Cassidy. Che fu tra i protagonisti dei «Mondiali di calcio» tra i lavoratori che costruivano la diga argentina di Barda del Medio, giocati in sostituzione dei «veri» Mondiali del 1942 annullati per la Guerra mondiale. Storia poi ripresa nel film «Il Mundial dimenticato», scritto e diretto da Lorenzo Garzella e Filippo Macelloni. L’atmosfera, racconta il grande Soriano sulla base dei ricordi (presunti) dello zio Casimiro, era così tesa che «in tutte le partite ci furono incidenti all’arma bianca e i lavori della diga dovettero essere sospesi». Va da sé che il figlio di Butch Cassidy «insistette perché agli arbitri fosse permesso di portare un revolver per far rispettare la loro autorità e poiché molti giocatori entravano in campo ubriachi e a volte armati di coltello, l’iniziativa venne approvata». Indimenticabile il modo in cui fece vincere i tedeschi contro l’Italia guidata da un anarchico: «Su un corner, Mancini saltò per prendere il pallone di testa ma un difensore tedesco lo punse nel collo con una spilla e quando l’italiano andò a protestare Cassidy gli appoggiò il revolver contro la testa e lo espulse senza tanti complimenti. Poi, quando scoprì che gli italiani usavano peperoncino per tenere lontani gli attaccanti rivali, fermò il gioco e diede tre rigori a favore dei tedeschi. Il caposquadra Casciolo, furibondo di fronte a tale parzialità, andò a mettersi tra il portiere e l’uomo che avrebbe battuto i rigori ma Cassidy tirò di nuovo fuori il revolver e lo ferì a un piede...».