Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  ottobre 07 Mercoledì calendario

La scandalo del Fantasport Usa si può riassumere in due parole: «Insider trading». Più che un calcioscommesse ricorda le più classiche frodi di Wall Street. Ecco perché

È uno scandalo in piena regola quello che rischia di travolgere il mondo del «fantasport», le scommesse con formazioni sportive di fantasia sul modello del fantacalcio. Uno scandalo che ricorda le più classiche frodi di Wall Street, quelle che hanno permesso a operatori e banchieri di guadagnare illecitamente enormi somme di denaro utilizzando informazioni riservate. In due parole «insider trading». 
La tecnica
Ed è proprio questo sembra sia stato lo schema utilizzato da alcuni dipendenti delle due grandi società che gestiscono il «fantasport», ovvero DraftKings e FanDuel. In un caso, un impiegato della prima società ha ammesso di aver utilizzato dati riservati, ovvero non disponibili al grande pubblico, per effettuare puntate sulle fanta-formazioni relative alla terza giornata del Nfl, il campionato di massima categoria di football americano. E lo ha fatto piazzando le proprie puntate sulle sito gestito dalla società rivale, FanDuel. Il risultato è stato che il dipendente di DraftKings, un manager di medio livello, si è intascato 350mila dollari. «È una chiara forma di insider trading – spiega al New York Times Daniel Wallach, avvocato di Becker & Poliakoff, esperto in scommesse sportive – Si tratta di persone che sono in possesso di informazioni sensibili e riservate e le utilizzano per proprio tornaconto». L’episodio, oltre ad aver costretto le due società a divulgare comunicati in cui viene difesa l’integrità professionale, ha sollevato interrogativi su chi e perché ha accesso alle informazioni riservate. 
Poche regole
Il «fantasy sport» è un business multimiliardario, ma ancora non disciplinato in maniera così stringente, e come osserva il Times, ci sono delle zone d’ombra entro le quali possono operare i truffatori. Ed è proprio lì che occorre intervenire, visto che si tratta di un tipo di attività in continua espansione e con un crescente giro d’affari in termini di scommesse. Nato come un gioco amatoriale, così come accaduto per il fantacalcio, negli ultimi anni i campionati di fantasia della Nfl e delle altre leghe professionistiche, come il baseball, sono stati preso in gestione da una serie di società, in primis appunto DraftKins e FanDuel. Queste hanno organizzato giocate su base giornaliera o settimanale in cui chi lo desidera entra nel «fantacampionato» pagando una commissione iniziale che può variare da 25 a mille dollari.
E permette di confrontarsi con centinaia di concorrenti, con premi finali che possono arrivare anche a due milioni di dollari. Il punto è che di recente dipendenti delle due grandi società hanno vinto montepremi molto elevati, scommettendo sui siti della società rivale. 
Tanto che lunedì i vertici aziendali hanno imposto il divieto al proprio personale di scommettere sui siti delle società rivali, dopo quello già vigente che impedisce loro di scommettere «in casa». La vicenda ha però fatto molto rumore, tanto da finire nelle aule di Capitol Hill, dove il deputato democratico del New Jersey, Frank Pallone, ha chiesto di avviare un’audizione per capire le relazioni tra «fantasport» e gioco d’azzardo.