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 2015  ottobre 07 Mercoledì calendario

L’aggressione dei lavoratori di AirFrance ai dirigenti non è altro il risultato della famosa forbice tra ricchezza e povertà che si è allargata

Le immagini (orribili) dell’aggressione ai due manager di Air France, rese stentoree da quel moltiplicatore di emozioni che sono i media, hanno un solo merito. Ci ricordano che la lotta di classe esiste e non sempre è mediata dalla civiltà e dal rispetto. È un meccanismo profondissimo di ogni società umana. Negli ultimi anni le tracce dei conflitti sociali, in Europa, si sono rarefatte fino (quasi) all’estinzione. Qualche capannello vociante in televisione, qualche immagine epica di minatori barricati o di operai sospesi su una gru, ma su tutto una patina uniforme di concordia non sempre sincera, spesso ipocrita, falsa come il cerone che nasconde i lineamenti. Si chiama “rimozione”, e gli psicanalisti insegnano che non fa bene. Se alle radici della pace sociale ci fosse maggiore giustizia, minore sperequazione di reddito, potremmo anche farcene una ragione. Ma sappiamo che così non è. La famosa forbice tra ricchezza e povertà si è allargata; le forme intermedie di rappresentanza, politica e sindacale, si sono indebolite; e dunque non esiste fondata ragione per meravigliarsi di sbocchi d’ira irragionevoli e detestabili come quello di un drappello di linciatori che si accanisce su uno solo. Riconoscere il conflitto sociale, ridargli spazio politico e parole ( nuove) di identità e di speranza, è il solo modo per dare forme civili, nonché sbocchi plausibili, alla lotta di classe.