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 2015  ottobre 06 Martedì calendario

Dopo il coming out di monsignor Charamsa, nuove coppie di fatto vengono allo scoperto anche in Italia: Renzi e Verdini, Mondadori e Rizzoli Libri. E finalmente si scopre il vero significato dei gesti osceni compiuti dai due verdiniani «non per offendere le colleghe a 5Stelle, bensì per comunicare al governo e alla maggioranza che Denis è contrario all’amor platonico: vorrebbe prima o poi consumare, dunque Matteo non faccia il ritrosetto»

Dopo il coming out di monsignor Krzysztof Charamsa e del suo fidanzato Eduard, altre coppie di fatto stanno uscendo allo scoperto. Domenica, sempre davanti alle tv, è stata la volta del Duo Toscano: Matteo Renzi e Denis Verdini hanno deciso di ufficializzare una lunga relazione clandestina ormai sulla bocca di tutti; ma per il debutto, per non dare troppo nell’occhio, hanno preferito due programmi diversi anche se in contemporanea, l’uno su Rai3 da Lucia Annunziata e l’altro su Sky da Maria Latella, secondo la formula dell’unione a distanza. Il giovin Matteo ha confermato con occhio languido la sua attrazione per l’attempato ex macellaio fiorentino (“non è il mostro di Loch Ness”) e anche il suo apprezzamento morale (“fa il bene dell’Italia”). L’anziano plurimputato ha risposto in stereo intonando un classico di Modugno in rime baciate, carico di allusioni amorose: “La maggioranza sai è come il ventoooo…”. Tutto molto bello.
Le prime foto insieme dei due piccioncini, con scambio degli anelli, lancio del bouquet, taglio della cravatta e della giarrettiera, saranno scattate più avanti: l’esclusiva pare se la sia assicurata il settimanale Chi di Alfonso Signorini, che già si è rivelato maestro nel photoshoppare la cellulite di una nota ministra e potrà snellire anche il girovita dei due fidanzatini, e poi lavora per la Mondadori. La quale, a sua volta, ha finalmente messo nero su bianco l’unione di fatto con la Rizzoli Libri. In attesa che il Milan compri l’Inter, l’anagrafe è già al lavoro per aggiornare i cognomi dei dirigenti incorporati e incorporanti: Marina Berlusconi e Pietro Scott Jovane si fonderanno in un unico Berluscott, mentre Fedele Confalonieri e Paolo Mieli daranno vita a un superbo Confalomieli. I due esordiranno domenica prossima, sempre negli studi della Annunziata e della Latella: la Berluscott ringrazierà Jovane perché “fa il bene del Paese” e Confalomieli intonerà Vecchio Cav.
I due coming out, soprattutto il primo, càpitano a fagiolo per stemperare la tensione al Senato, chiarendo finalmente il senso dei gesti di Lucio Barani e Vincenzo D’Anna, i due statisti verdiniani ingiustamente squalificati ieri per cinque giornate. Il primo ha, sì, mimato un rapporto orale e il secondo ha, sì, congiunto le mani verso le parti basse. Ma non per offendere le colleghe a 5Stelle, bensì per comunicare al governo e alla maggioranza che Denis è contrario all’amor platonico: vorrebbe prima o poi consumare, dunque Matteo non faccia il ritrosetto.
Il gruppo Ala (acronimo di Atti libidinosi associati) è addirittura pronto a votare la legge sulle unioni civili, che proprio in queste ore viene riscritta perché il testo Cirinnà fa troppa confusione tra coppie gay e nozze etero e anche le espressioni “coppia di fatto” e “unione civile” paiono eccessive: meglio “specifica formazione sociale”. Una definizione che si attaglia perfettamente alla liaison Matteo-Denis, uniti sì ma non in matrimonio, per la gioia delle rispettive consorti Agnese e Simonetta, nonché della minoranza Pd. Qui i più agitati, Bersani e Gotor, temono lo snaturamento dell’“identità del Pd”. E, per impedire che i voti verdiniani siano decisivi al posto dei loro, hanno escogitato una contromisura davvero machiavellica: votare a scatola chiusa tutte le porcate che passa il convento, dal Jobs Act alla Buona Scuola al nuovo Senato, così Ala è ininfluente. L’estrosa soluzione verrà inserita nella nuova Cirinnà-Porompompero in quanto utilissima a salvare le coppie in crisi: il coniuge o il compagno cornuto che sorprende la moglie o il partner con l’amante, anziché mollarlo o rendergli pan per focaccia, gli regala una pelliccia e chiede di poter partecipare alla copula come terzo incomodo, o almeno di guardare dal buco della serratura. Ancora tutta da codificare invece la nuova coppia formata da Maria Elena Boschi e Anna Finocchiaro con la benedizione di Renzi, che solo due anni fa sbarrò ad Annuzza la strada per il Quirinale per le foto all’Ikea con la scorta che spingeva il carrello, e si beccò del “miserabile”. Ora vanno d’amore e d’accordo anche se Matteo, per non ingelosire Denis, ha delegato Maria Elena alle effusioni del caso. Il bacio tra le due ha però indispettito Roberto Calderoli, che essendosi sposato due volte, la prima con rito celtico davanti al druido, a queste cose ci tiene. “Politicamente – ha scritto il Defensor Fidei padano – ho trovato rivoltante il bacio fra la Boschi e la Finocchiaro. Mi ricorda il bacio di Giuda a Gesù” e anche i baci della Boschi ai forzisti Romani, Mariarosaria Rossi e Razzi nel 2014, quando FI votò la riforma che ora avversa perché il Nazareno non era ancora morto e nemmeno risorto.
Oltre Tevere si seguono le pornoevoluzioni della politica italiana con la più viva preoccupazione, nel pieno del Sinodo dedicato a famiglie, separati, divorziati, conviventi e coppie gay. Non a caso papa Francesco ha tenuto a precisare che “il Sinodo non è il Parlamento dove si fanno compromessi”. Anche perché mons. Charamsa può essere comodamente rimosso su due piedi, con fidanzato al seguito, dal Vaticano, dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e dalle facoltà di teologia, visto che non l’ha eletto nessuno, mentre con Renzi e Verdini l’impresa è molto più ardua, anche se pure quelli non li ha eletti nessuno. In ogni caso l’allergia del Pontefice alle ingerenze politiche della Chiesa è nota, dunque Renzi e Verdini non rischiano scomuniche. Purché sia chiaro che non possono adottare senatori. Solo comprarli.