Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  ottobre 05 Lunedì calendario

Le azioni della Apple sono cresciute del 525 per cento. Spiega Sabella: «Otto anni fa il titolo della Mela quotava in Borsa poco meno di 17 dollari e mezzo. Se un ventenne dell’epoca avesse messo i soldi in un pugno di azioni della Mela, oggi il (nel frattempo) ventottenne si troverebbe in mano un gruzzolo pari a 3.737 dollari, senza contare un centinaio di dollari aggiuntivi provenienti dai dividendi distribuiti nel periodo

E se i ragazzi investissero negli smartphone e negli algoritmi di Facebook? Già lo fanno. E mica poco. Ognuno ha in tasca un telefonino, a volte due con cui raggiunge ad ogni ora del giorno e della notte gli amici.
Ma se, oltre ad accaparrarsi l’oggetto del desiderio e a scaricare la app con la F bianca in campo azzurro, qualcuno avesse investito nelle azioni di Apple e di Zuckerberg pochi soldi, diciamo il corrispettivo del primo iPhone, il guadagno sarebbe stato molto interessante. Tanto almeno da finanziare successivi acquisti e aggiornamenti, sempre in agguato nel mondo hi tech. Facciamo due conti. A giugno del 2007, la società di Cupertino lanciò il suo primo iPhone, al prezzo di 599 dollari. A quell’epoca il titolo della Mela quotava in Borsa poco meno di 17 dollari e mezzo. Se un ventenne dell’epoca avesse messo quei soldi in un pugno di azioni della Mela, oggi il (nel frattempo) ventottenne si troverebbe in mano un gruzzolo pari a 3.737 dollari, senza contare un centinaio di dollari aggiuntivi provenienti dai dividendi distribuiti nel periodo. L’azione Apple vale infatti ai prezzi di oggi 109,6 dollari (quotazione al 29/9), una performance del 525,5% in poco più di otto anni.
Continuando nel gioco dei «se», che cosa sarebbe accaduto nell’ipotesi che la medesima somma, 599 dollari, fosse stata investita nelle Ipo (debutto in Borsa) di altri colossi dell’hi tech, come Facebook (quotata il 17 maggio 2012) o Twitter (6 novembre 2013)? In questo caso i i risultati sarebbero stati più modesti, e chi avesse creduto in Mark Zuckerberg avrebbe oggi un capitale di 1.366 mentre per i fan dei «tweet» non sarebbe andata bene: la perdita ammonterebbe a 10 dollari
Certo il periodo di riferimento per valutare la redditività dell’investimento in Twitter o in Facebook è ancora insufficiente. Per ingannare l’attesa ci si potrebbe mettere in coda per acquistare uno dei tanti nuovi modelli di iPhone lanciati dal 2007 a oggi, le cui vendite record hanno consentito all’azione Apple di spiccare il volo.
Oppure puntare su Google. La società fondata da Larry Page e Sergey Brin nel giugno del 2007 valeva in Borsa circa 261 dollari. Alle quotazioni di oggi, 622 dollari, il guadagno di chi avesse investito allora sarebbe meno di un quarto rispetto a quello di Apple. Ma dalla data della quotazione di Google – il 18 agosto del 2004 – la performance di Mountain View è stata del 1.363%. Con gli 8.766 dollari guadagnati si potrebbe fare un pensierino, per un futuro forse non lontano, sulla Google Car, l’auto che si guida da sola. Oppure rinunciare alla Google car per investire nuovamente gli 8.766 dollari...