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 2015  ottobre 05 Lunedì calendario

Chicche e chicchette dai giornali di oggi

In Italia, le scuole costruite nell’Ottocento, sono oltre 1.300 (Francesco Giavazzi, Corriere della Sera)
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Fino a 2 anni fa si celebrava il progresso straordinario nell’Afghanistan dell’era post talebana dove dal 2001 al 2013 la popolazione scolastica era passata da meno di 1 milione a oltre 8 milioni di alunni. Ora invece l’Unicef denuncia che sono 3,5 milioni i bambini che non vanno a scuola, tra attacchi mirati contro istituti, studenti e docenti (Corriere della sera)
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La profondità si vede dalla superficie (Paolo Di Stefano, Corriere della Sera)
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ROMA Con 266 voti su 490, Giorgia Meloni ha vinto il «congressino» degli ex di Alleanza nazionale. La due giorni della destra per il controllo del patrimonio politico ed economico della Fondazione ha visto sconfitti di misura, con 222 voti, i cosiddetti «quarantenni» che con la guida di Gianni Alemanno e i consigli esterni di Gianfranco Fini hanno tentato in questo weekend romano di ritrasformare in associazione la Fondazione, cassaforte dei beni e dei lasciti dei militanti: sessanta milioni in conti correnti e 180 milioni in patrimonio immobiliare.
«Almeno si è capito che c’è un unico partito di destra ed è Fratelli d’Italia» esulta Giorgia Meloni al termine della conta dei voti. Lei potrà mantenere il simbolo di An, i cui diritti stavano per scadere e tornare alla Fondazione. Ma soprattutto porta a casa la soddisfazione di non aver dovuto chinare la testa di fronte a quella che lei chiama la «destra di Fini e di Gianni Alemanno, cioè quella di chi vuole continuare a dilaniare per avere un ruolo» (Virginia Piccolillo, Corriere della sera).
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ROMA Indossa l’abito più istituzionale che può e si presenta con grande tranquillità e quasi con basso profilo Denis Verdini nel salotto di Maria Latella, per l’Intervista su Sky in cui spiega la posizione del suo gruppo, si difende dalle accuse, rivendica il suo ruolo di fatto essenziale nel processo delle riforme, e forse non solo in quello.
Ma è alla fine, quando la giornalista gli chiede se è vero che con il suo «amico» Lotti al telefono si diverte a cantare «Grande grande grande» che Verdini – dopo aver provato a sottrarsi («Non voglio rubare il ruolo a Berlusconi») – si lascia andare e intona, sulle note della «Lontananza», una strofa che in fondo fotografa l’attuale momento politico: «La maggioranza sai è come il vento, che rischia di finire in Migliavacca... Quando Gotor si sveglia e si inc...».
Voce baritonale, sorriso soddisfatto, Verdini centra il punto: se è diventato l’uomo del momento, quello decisivo per le riforme e assieme lo spauracchio della minoranza Pd e la calamita per gli scontenti del centrodestra, è proprio perché in un partito diviso come il Pd la sua sponda, il suo apporto, possono condizionare la vita e l’agire del governo (…) Il suo gruppo è indispensabile per un governo senza maggioranza? «Al di là dello sbraitare, dei numeri, la maggioranza al Senato non c’è per gli esiti delle scorse elezioni: il Pd ha 113 senatori, e per governare ne servono 170-175... Vogliamo completare le riforme del fisco e della giustizia, e non perché ho dei processi a carico, visto che quelli peggiori non sono nelle aule di giustizia ma sono mediatici» (Paola Di Caro, Corriere della sera)
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Bert era un omone, Charles un omino. Williams aveva la pelle scura, Chaplin chiara. Il primo sottolineava la bocca larga con la biacca, il secondo con i celebri baffetti. Eppure, per molti versi Bert Williams è stata la blackface di Chaplin. Lo Charlot nero del cinema muto.
Stessa comicità irresistibile, costruita sui gesti e la mimica, stesso abbigliamento da clown in cilindro e marsina scalcagnata, scarpe troppo lunghe, piedi troppo piatti, ciascuno diretto in direzione opposta all’altro. La camminata del Vagabondo. Personaggio che Chaplin inventa nel 1913, ma anticipato da Williams nel 1906 nei tratti di mr. Nobody, un signor Nessuno uguale a tutti, cui Bert dedica anche una canzone di grande successo. Struggente e tenera come «Smile», composta qualche decennio dopo da Chaplin.
A riscoprire nell’era di Obama questo pioniere della comicità afroamericana quando il razzismo in Usa era ancora imperante, ci pensano le Giornate del Cinema Muto di Pordenone (Giuseppina Manin, Corriere della Sera).
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Goopiemoons, cioè viaggi di nozze di gruppo. Secondo il Times vanno sempre più di moda, come confermato da Airbnb, il sito mondiale delle case da affittare per le vacanze: in occasione della luna di miele, si chiedono sempre più spesso ville in affitto, in cui ospitare anche gli amici. Dopo aver visto spuntare sempre più spesso sul web il termine “buddymoon”, la compagnia ha creato una buddymoon list. L’esempio viene dall’alto: Jennifer Aniston e Justin Theroux hanno fatto la luna di miele a Bora Bora, mitico simbolo della vacanza erotico-sentimentale, insieme ai propri amici (Enrico Franceschini, la Repubblica).
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«Signora Paola! Ce deve portà la pizza a tavola» (Un curiosamente esuberante Viperetta Ferrero saluta Paola Ferrari in collegamento, 90° Minuto). «Questa è Juventus-Bologna. Questa è Juventus-Bologna. Repetita Juve. Chiedo scusa per la drammatica battuta» (Pierluigi Pardo, Mediaset Premium. Scusandosi dopo è facile, però). «Digne può rimettere nel mucchio selvaggio» (Orribile immagine pornogastrica lanciata da Piccinini nel convulso finale di Bate-Roma). «Su Marte c’è l’acqua. Caceres: Non ci andrò mai» (Gene Gnocchi) (Antonio Dipollina, la Repubblica)