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 2015  ottobre 05 Lunedì calendario

Diluvio in Costa Azzurra 17 morti. La gente, invece di salire sui tetti, è scesa in garage per salvare le automobili e così è annegata

CANNES In due ore è caduta la pioggia di due mesi. La tempesta più violenta nella storia della Costa Azzurra, nella notte tra sabato e domenica, ha provocato onde di fango che hanno fatto 17 morti e quattro dispersi in un’area di 225 chilometri quadrati attorno a Cannes, da Nizza a Mandelieu-la-Napoule. Centinaia di persone hanno passato la notte appena trascorsa in quattro alberghi e in una palestra di Antibes, 14 mila case sono senza elettricità.
Dopo la catastrofe, ieri mattina non c’era una nuvola in cielo e il clima è tornato quello che dalla fine dell’Ottocento ha reso celebre la Costa Azzurra: sulla Promenade des Anglais, a Nizza, e sul lungomare di Cannes i turisti passeggiavano in maglietta e qualcuno faceva il bagno. Ma a poche decine di metri dalla Croisette verso l’interno, a Cannes, avenue de la République era ancora devastata, con le auto capovolte, l’asfalto divelto, i negozi svuotati dall’acqua e poi anche dagli sciacalli: nove persone sono state arrestate per aver rubato merce dagli esercizi commerciali e dagli appartamenti al piano terra. Poco più in là, a Golfe Juan, il mare è blu fino a un certo punto e poi diventa marrone, dove il fango si è riversato nel Mediterraneo.
Méteo France aveva dichiarato il livello di allerta arancione, non l’allarme rosso. «Da parte nostra nessuna negligenza – si difende il responsabile locale Jean-Luc Marino —, avevamo previsto il diluvio ma era impossibile immaginare un’intensità simile. Quando ci siamo accorti di quello che stava accadendo era troppo tardi per pensare all’evacuazione». Perché un bilancio così disastroso? I meteorologi dicono che in questa stagione nella Riviera francese brevi acquazzoni sono frequenti, ma quello di sabato sera è stato violentissimo. Soprattutto, la pioggia non ha trovato abbastanza terra per essere riassorbita: la Costa Azzurra è ormai una delle zone più cementificate d’Europa, andando da Nizza verso Marsiglia le villette e i condomini si susseguono di continuo, anche nell’entroterra non c’è separazione tra un villaggio e l’altro. François Hollande, che ieri ha trascorso tutta la giornata nelle zone alluvionate, ha dichiarato che «delle decisioni andranno prese: è questa la posta in gioco della COP21», cioè la conferenza sul clima con i grandi del mondo in preparazione per dicembre a Parigi. Il presidente evoca dunque il cambiamento climatico come causa del disastro ma poco prima, in visita alla casa di riposo di Biot dove tre anziane sono morte, aveva ricordato anche che si tratta di una zona molto costruita e che occorrerà pensare ai lavori per mettere in sicurezza il territorio.
Le vittime sono state prese alla sprovvista quando il torrente Brague è uscito dagli argini, i testimoni parlano di un’onda molto veloce che si è creata in dieci minuti e ha superato un metro e mezzo di altezza. A Vallauris un uomo è riuscito a salvare un bambino di dieci anni aggrappato a un palo dall’altra parte della strada: «Stava attaccato per non essere portato via, con lui c’erano altre persone, sono riuscito a prenderlo ma poi l’acqua è salita e camminare contro la corrente non era più possibile». Ad Antibes un campeggio è stato invaso dal fango, i bungalow spazzati via, una turista inglese è morta.
Il sindaco di Cannes, David Lisnard, su twitter parla di situazione «quasi dantesca» e allude anche alle responsabilità di chi ha cercato di recuperare beni e oggetti invece di mettersi in salvo. «Non voglio giudicare, perché non so come avrei reagito in questa situazione – ha detto ieri Lisnard – ma, in via ipotetica, ci sono state delle persone che si sono mostrate molto legate alla loro auto quando bisognava piuttosto preservare delle vite». La tragedia più grave ha avuto luogo in effetti a Mandelieu, in due condomini a pochi metri l’uno dall’altro: invece di salire ai piani più alti per sfuggire all’onda, alcuni residenti si sono precipitati nei garage sotterranei per recuperare le loro auto. Così sono morti in otto.
Il fango ha invaso anche il parco acquatico di Marineland, ad Antibes, dove ieri pomeriggio delfini, orche, otarie e pinguini nuotavano nella melma e rischiano di morire. Una razza è stata ritrovata nel parcheggio.