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 2015  ottobre 05 Lunedì calendario

Le reazioni degli scrittori all’operazione Mondazzoli: «Sono a rischio i posti di lavoro. Che senso avranno a questo punto i premi letterari?»

«Quando ci sono questo tipo di fusioni, il problema principale sono i posti di lavoro». Nicola Lagioia, autore Einaudi, vincitore dell’ultimo premio Strega con La ferocia, reagisce con spirito pragmatico alla notizia dell’avvenuta nascita di Mondazzoli: «Accade spesso che simili operazioni di mercato le scontino i lavoratori». Il matrimonio tra Mondadori ed Rcs non solo dà vita ad una concentrazione editoriale unica in Europa, ma mette a rischio anche il corretto svolgimento dei premi letterari, che sparirebbero per mancanza di concorrenza. «Non so immaginare cosa potrebbe succedere» – dice Lagioia – «ma certo la Fondazione Bellonci che organizza lo Strega dovrà aguzzare l’ingegno e inventarsi delle contromosse per arginare il monopolio. In ogni caso non credo affatto che le singole case editrici del nuovo colosso perderanno la loro impronta».
Tra gli scrittori del gruppo Rizzoli, serpeggiano le stesse preoccupazioni. Sandro Veronesi, autore Bompiani, in questi ultimi mesi in cui le voci dell’acquisizione di Rcs da parte del gruppo di Segrate diventavano sempre più insistenti, è sempre stato molto franco nel manifestare i suoi dubbi. Oggi, ad accordo concluso, si mostra molto critico: «Per me si sta compiendo un grave errore. Un errore che peggiora la situazione dell’editoria italiana perché genera un maxi-gruppo che non avrebbe rivali sul mercato». La paura riguarda soprattutto le sorti dei piccoli editori, che si troveranno a vivere sempre più ai margini rispetto al gigante Mondazzoli. Dice Veronesi: «Per la piccola editoria si apre un periodo difficile. È chiaro che un gruppo del genere cercherà di crescere sempre di più ai danni dei piccoli». La conclusione è amara: «Tra noi autori Rizzoli c’erano molti dissidenti, ma nessuno ci ha contattati. Non si tratta di un’operazione editoriale ma di una speculazione, che tra l’altro inciderà su molti posti di lavoro. Con il rischio che alla fine vendano tutto agli stranieri».Le prime reazioni a caldo, dunque, sono molto critiche. Dacia Maraini, scrittrice tra le più importanti del marchio Rizzoli, lo dice subito: «Sono contraria a tutte le concentrazioni, non solo a quelle editoriali. Fosse dipeso da me non l’avrei fatto». Maraini solleva anche interrogativi sulle cause dell’indebitamento: «Sento dire che i libri andavano bene, sembra che i debiti dipendano da cattive speculazioni». Il matrimonio tanto temuto quindi c’è stato. Quando fu annunciato alcuni scrittori del marchio Bompiani, tra cui Umberto Eco, avevano promosso un appello per scongiurarlo. Le preoccupazioni principali erano le stesse di oggi: il destino degli scrittori, il futuro delle librerie, quello dei piccoli editori e i premi letterari. L’appello finiva dicendo: «Non ci resta che confidare nell’Antitrust».