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 2015  ottobre 03 Sabato calendario

Quelli di Boko Haram, gli islamisti che vogliono trasformare in terra del califfato il nord-est della Nigeria, hanno imbottito di esplosivo cinque bambine e le hanno fatte saltare per aria davanti a una moschea di Maiduguri, capitale dello stato di Borno, aspettando il momento di maggior affollamento per via della preghiera, secondo alcune fonti prima che la cerimonia avesse inzio, secondo altre alla fine

Quelli di Boko Haram, gli islamisti che vogliono trasformare in terra del califfato il nord-est della Nigeria, hanno imbottito di esplosivo cinque bambine e le hanno fatte saltare per aria davanti a una moschea di Maiduguri, capitale dello stato di Borno, aspettando il momento di maggior affollamento per via della preghiera, secondo alcune fonti prima che la cerimonia avesse inzio, secondo altre alla fine.

Quanti morti?
I morti accertati fino a questo momento sono 14, i feriti 39. Ma sono numeri destinati a peggiorare perché tra i feriti ci sono parecchie persone in fin di vita, e le mutilazioni sono gravissime.  

Come facciamo ad essere sicuri che la cosa sia davvero successa? Perché questi assassini credono di farsi belli diffondendo nel mondo la notizia di certe imprese...
La fonte primaria è la Bbc, con il suo corrispondente dalla città di Abuja, la capitale. La più piccola delle ragazzine aveva 9 anni. La più grande 14. Erano vestite con le tuniche, e sotto le tuniche le stringevano giubbotti e cinture esplosivi. I primi lanci d’agenzia sostenevano che «si erano fatte esplodere», cosa che pare difficile da credere. Le hanno mandate avanti e hanno pensato loro, gli uomini di Boko Haram, a manovrare i detonatori. Questa deve essere la verità. La Bbc nota che questa strage è avvenuta proprio nel momento in cui la coalizione che fa la guerra a Boko Haram sembra prossima alla vittoria.  

Come mai ieri i siti di tutti i giornali hanno considerato una notizia come questa meno importante della pensione troppo ricca di Vendola o della bagarre al Senato scoppiata dopo il gestaccio del verdiniano Lucio Barani?
Le bambine-kamikaze manovrate da Boko Haram non sono purtroppo un fatto nuovo. Ricorderà che Boko Haram è quella organizzazione terroristica che l’anno scorso, nella città di Chobik (siamo sempre nello stato di Borno), rapì 278 studentesse e diffuse poi un video in cui di quelle poverette si diceva che «erano state liberate» in quanto si sarebbero convertite all’Islam. O, se non si fossero convertite all’Islam, sarebbero state vendute sul mercato degli schiavi (al prezzo medio di dodici dollari l’una) o adoperate per il piacere dei miliziani e/o per dare nuovi soldati al movimento. L’espressione “Boko Haram” in dialetto hausa (quello che si parla nel nord del Paese) significa: «L’educazione occidentale è peccato». È peccato, secondo questi islamisti, soprattutto l’educazione femminile dato che «le ragazze sono fatte per diventare mogli, a 12 anni, anche a 9, non per studiare», come spiegava in quel video la voce di Abubakar Shekau, il capo del movimento. Doveva aggiungere: le ragazze sono fatte per diventare mogli, oppure prostitute, oppure schiave, oppure bombe umane. Lo scorso luglio, Shekau ha spedito una bambina di dieci anni in un bar di Maroua, nel nord del Camerun, e, una volta dentro, ha fatto in modo che esplodesse. I precedenti, specialmente nell’ultimo anno, non si contano.  

È gente del Califfo oppure no?
Si sono, pochi mesi fa, affiliati all’Isis. Dunque dobbiamo considerare anche l’orrore di giovedì scorso (la notizia è arrivata solo ieri) come un’altra impresa figlia dell’ideologia di al Baghdadi. Lo stato islamico nel nord-est della Nigera a cui punta Boko Haram dovrebbe essere il perno intorno al quale dominare un territorio più vasto. Attraverso la Somalia e l’alleanza con gli shabaab, ci si avvicinerebbe a una saldatura anche geografica con l’Isis, se l’Isis, naturalmente, riuscisse ad ampliare la sua zona di influenza verso sud. La Libia, la Tunisia sono o dovrebbero essere, da questo punto di vista, due baluardi.  

Lei ha detto che si stanno indebolendo...
Così ci dicono, e speriamo che sia vero. Combatte gli islamisti una coalizione formata da Nigeria, Niger, Ciad, Camerun e Benin. Armi ed aerei sono arrivati anche da Teheran, dato che Boko Haram si iscrive per forza nello schieramento sunnita. Michelle Obama è a sua volta impegnata in prima persona contro questi massacratori di bambine. La guerra civile nigeriana ha prodotto finora 17 mila morti. La svolta dovrebbe essere avvenuta lo scorso marzo, con l’elezione a presidente della Nigeria di Muhammadu Buharu, che in campagna elettorale s’era impegnato a fare una guerra senza quartiere agli uomini di Shekau. Per questa ragione ha spostato il comando dell’esercito a Maiduguri, in modo da centralizzare le operazioni. Ha anche intimato al capo delle forze di sicurezza di liberarsi di Boko Haram entro la metà di novembre. La strage delle cinque bambine di giovedì potrebbe essere la risposta della disperazione di questi assassini.