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 2015  ottobre 02 Venerdì calendario

Unilever si compra il gelato Grom. Il colosso anglo-olandese da oltre 48 miliardi di fatturato e 172 mila dipendenti, punta tutto sull’azienda torinese, fondata da Federico Grom e Guido Martinetti nel 2003. Così la multinazionale, che ha in casa gli storici Algida e Magnum, aggiunge un marchio «premium» alla sua collezione. Per ora nessun dettaglio è noto sull’investimento, ma secondo le stime di alcuni analisti, Grom - che nel 2014 ha fatturato quasi 27 milioni e ha accumulato 2,36 milioni di perdite - potrebbe essere stata valutata attorno ai 70 milioni di euro. Nel 2015 il valore totale di fusioni e acquisizioni nel nostro Paese ha già toccato quota 51,7 miliardi e corre verso i livelli del 2007, prima della grande crisi finanziaria

Le grandi multinazionali continuano a fare shopping tra i marchi del «Made in Italy» e questa volta, a finire in mani straniere, è il gelato artigianale per eccellenza: Grom. 
Unilever, colosso anglo-olandese da oltre 48 miliardi di fatturato e 172 mila dipendenti, si compra l’azienda torinese, fondata da Federico Grom e Guido Martinetti nel 2003. Erano trentenni con molte idee e il sogno di produrre il «miglior gelato del mondo»: hanno fatto crescere la gelateria di Piazza Paleocapa, Torino, fino a trasformarla in un gruppo globale da 67 punti vendita e 600 addetti sparsi tra Dubai, Giacarta, Hollywood, Malibu, New York, Osaka, Parigi. Oggi guidano – e continueranno a guidare – una realtà capace di mescolare ingredienti «fatti a mano» e fisionomia internazionale, su cui hanno puntato soci dal Giappone e dal Qatar oltre al gruppo Illy, presente nel capitale con una quota del 5 per cento. Un simbolo che, con il suo carrettino, è sbarcato anche a Palazzo Chigi, portato dal premier Matteo Renzi per rispondere all’Economist che lo aveva ritratto con un cono in mano.
Nessun dettaglio sull’investimento di Unilever: il colosso, che ha in casa gli storici Algida e Magnum, aggiunge un marchio «premium» alla sua collezione. Secondo le stime di alcuni analisti, però, Grom – che nel 2014 ha fatturato quasi 27 milioni e ha accumulato 2,36 milioni di perdite – potrebbe essere stata valutata attorno ai 70 milioni di euro. L’operazione sposta un po’ più in là l’asticella dello shopping in Italia: secondo i dati della piattaforma Dealogic nel 2015 il valore totale di fusioni e acquisizioni nel nostro Paese ha già toccato quota 51,7 miliardi e corre verso i livelli del 2007, prima della grande crisi finanziaria. 
Ancora una volta, però, al «food» italiano tocca il ruolo di preda. Negli ultimi 4 anni e mezzo (fino al primo semestre 2015) le operazioni di fusione e acquisizione di operatori internazionali su società Made in Italy sono state 44 contro le 20 delle italiane sull’estero. Il controvalore totale, secondo le stime di Kpmg, viaggia attorno ai 7 miliardi. 
«Unilever e Grom – dice Kevin Havelock, president Refreshment Category della multinazionale che, tra gli altri, controlla Lipton, Mentadent, Svelto e Coccolino – condividono la stessa passione per il gelato nonché valori aziendali importanti, come l’approvvigionamento sostenibile delle materie prime».
Il manager si rivolge direttamente agli aficionados del gelato artigianale, e prova a smorzare i timori che, subito dopo la notizia, hanno iniziato a diffondersi sui social network: «I consumatori continueranno ad apprezzare gli stessi gusti e lo stesso sapore che amano da sempre. Allo stesso modo, Unilever favorirà l’accesso a nuovi mercati e aiuterà Grom a creare nuove opportunità di crescita».