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 2015  ottobre 02 Venerdì calendario

Ma cosa c’era scritto negli 85 milioni di emendamenti di Calderoli? Michele Serra: «Nessuno lo saprà mai. Se di “racconto” si tratta, la politica di oggi assomiglia molto a una copertina squillante, ma con dentro nessun libro»

Ma gli 85 milioni di emendamenti di Calderoli, qualcuno li ha visti? Li ha contati? Chi li ha scritti? Chi li ha letti? In quali container sono stati stipati, oppure in quale cloud con quale password, quale algoritmo li ha moltiplicati a dismisura partendo da tre o quattro frasette di partenza? E se fossero solo 84 milioni 999mila e 999? E se fosse solo un unico emendamento con scritto “il mattino ha l’oro in bocca” ripetuto 85 milioni di volte, alla maniera di Jack Nicholson in Shining, un sinistro presagio di pazzia maturato però non nella maestosa solitudine innevata delle Montagne Rocciose, ma in una tavernetta perlinata di Ponte di Legno? E la Settimana Enigmistica, nella rubrica “Forse non tutti sanno che”, quando provvederà a farci sapere che «ottantacinque milioni di emendamenti, messi tutti in fila, occuperebbero lo spazio che separa la Terra da Saturno»? Non leggo abbastanza giornali per sapere se qualcuno lo ha scritto, che quegli emendamenti non sono mai esistiti né potevano esistere, sono solo una frase, un’iperbole da buvette, qualcosa che si dice per alimentare la chiacchiera, per fomentare lo spettacolo. Tutta una faccenda di storytelling, come si dice oggi, perché dire “racconto” pare banale. Però funziona, perché da un po’ di giorni se ne parla molto. Che cosa ci fosse scritto dentro nessuno lo saprà mai. Se di “racconto” si tratta, la politica di oggi assomiglia molto a una copertina squillante, ma con dentro nessun libro.