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 2015  settembre 11 Venerdì calendario

La difesa di Ignazio Marino. «Sono andato negli Stati Uniti per poter passare qualche giorno di vacanza con la mia famiglia, senza scorta. Non sono rientrato prima perché non c’era alcuna emergenza». Dal funerale-show di Vittorio Casamonica alle vacanze oltreoceano, dal Giubileo ai rapporti con il premier Matteo Renzi, a una settimana esatta dal ritorno nella Capitale, il sindaco decide di passare al contrattacco ospite di Lilli Gruber a “Otto e mezzo”

«Sono andato negli Stati Uniti «per poter passare qualche giorno di vacanza con la mia famiglia, senza scorta». Senza tornare a Roma, nei giorni caldi di fine agosto «perché non cera alcuna emergenza». Dal funerale-show di Vittorio Casamonica alle vacanze oltreoceano, dal Giubileo ai rapporti con il premier Matteo Renzi. A una settimana esatta dal rientro nella Capitale, il sindaco Ignazio Marino decide di passare al contrattacco. Il chirurgo dem, ospite della trasmissione di La7 “Otto e Mezzo”, risponde a 360 gradi sui temi caldi degli ultimi tempi. A chi lo accusa di aver lasciato la città proprio quando il ministro dell’Interno Angelino Alfano aveva annunciato la conferenza sul futuro della Capitale e quando, ironia della sorte, il funerale-show di uno dei boss Casamonica ha riportato la città sulle prime pagine dei giornali, replica che «la città è stata assolutamente sotto controllo grazie al mio straordinario staff».
LE FERIE
«Mi trovavo negli Stati Uniti per motivi al di fuori della mia volontà – racconta – perché negli ultimi mesi ho ricevuto diverse minacce di morte. Io, che ho iniziato il mio mandato andando in bicicletta, adesso devo muovermi con tre macchine e sei uomini di scorta. Io davvero volevo 14 giorni con mia moglie e mia figlia senza girare con le persone armate». Riferendosi al funerale di Casamonica il sindaco, taccuino alla mano, sostiene che «non c’era davvero alcuna emergenza: quello che è accaduto – sottolinea Marino – è un funerale in cui una famiglia ha voluto manifestare e spettacolarizzare la morte di un essere vivente per mandare dei messaggi ai vivi e quel giorno, pochi minuti dopo aver appreso la notizia, sono stato informato e siamo intervenuti subito con delle dichiarazioni di condanna». E sulla partecipazione dei familiari a Porta a Porta ribadisce di essere «indignato: se questo è servizio pubblico – chiede l’inquilino del Campidoglio – perché devo pagare il canone se poi si porta nel salotto di casa quella famiglia che abbiamo criticato per quella sbagliata manifestazione di potere del funerale?». E alla domanda se abbia pensato alle dimissioni, Marino torna a ribadire di voler restare a Palazzo Senatorio, confermando gli «ottimi rapporti» con Renzi e il contrasto con il Pd romano, i cui consigli – dice lui stesso – lo avrebbero portato a nominare «come vice sindaco e come capo della polizia locale due persone agli arresti».
IL CAMBIAMENTO
«Voglio cambiare Roma e sono sicuro che lo stiamo facendo – chiosa il chirurgo dem – Abbiamo fatto cambiamenti che rimarranno nella storia di questa città. Pensare a dimettermi significherebbe tradire il voto del 64 per cento dei romani». Infine una battuta anche sul Giubileo, ormai alle porte, e sul ruolo assegnato dal governo al prefetto Gabrielli, nominato da Palazzo Chigi «supervisore» dell’Anno Santo. «Non mi sento assolutamente commissariato – conclude Marino – Sono straordinariamente positivo rispetto alla figura del prefetto Gabrielli. Secondo me è la persona ideale nel momento in cui affrontiamo il Giubileo straordinario».
LA POLEMICA
Seconda vittoria di ascolti per Porta a Porta dedicata ai Casamonica e seconda giornata di polemiche contro il conduttore Bruno Vespa. Con le critiche del sindaco Marino e del sottosegretario alla comunicazione Antonello Giacomelli, oltre che con la Commissione di Vigilanza Rai che ha convocato il direttore di Raiuno Giancarlo Leone. Ieri però alla difesa del giornalista da parte del consigliere d’amministrazione Rai Carlo Freccero, si sono aggiunte voci importanti in sua difesa a partire del monsignor Rino Fisichella mentre dalla politica la difesa più accorata è giunta da Maurizio Gasparri. Mercoledì sera Vespa è tornato sull’argomento con un lungo faccia a faccia con l’assessore capitolino Alfonso Sabella, che aveva contestato la trasmissione ma che ha dovuto ammettere che il lavoro del conduttore è stato corretto e alla fine ha solo segnalato la mancanza delle «vittime dei Casamonica» nella trasmissione. Con il pubblico che ha premiato di nuovo Vespa con l’11,01 per cento di share, ieri sono tornate le polemiche sul conduttore. Al sindaco in un certo modo ha risposto monsignor Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova era della evangelizzazione, che ha giudicato la polemica sul conduttore «un po’ strumentale» aggiungendo: «Mi sembra che alcuni soggetti di questa famiglia fossero stati già intervistati a lungo dopo l’episodio legato al funerale senza che nessuno abbia detto nulla».
L’ENDORSEMENT
Poi Marino ha avuto una sorta di endorsement da parte di Vittorino Casamonica, uno degli ospiti del Porta a Porta di martedì, che alla Zanzara su Radio 24, dopo aver difeso il nonno, ha confidato di aver «votato Marino, è una brava persona» e «mi piace ancora, anche adesso». Sugli ascolti della trasmissione è intervenuto il sottosegretario Giacomelli: «Di fronte a critiche e obiezioni la risposta non può essere la citazione dei dati Auditel. Semmai la valutazione in questi casi è di opportunità», mentre la commissione di vigilanza sulla Rai ha convocato per martedì prossimo il direttore di Raiuno per chiarimenti sulla vicenda. Un’altra difesa al conduttore di Porta a Porta è arrivata dall’ex ministro Maurizio Gasparri, che ha chiesto che «dal dibattito sul caso Vespa si autoescludano tutti quelli che hanno taciuto quando la Rai di Michele Santoro, Ruotolo e company ospitava Ciancimino junior, che ha usato il servizio pubblico per difendersi da accuse poi rivelatesi fondate».