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 2015  settembre 10 Giovedì calendario

500 milioni di euro ogni anno e 2.800 posti di lavoro. Ecco quanto costano i falsi sportivi. Un piccolo e tenace business che toglie all’Italia 53 milioni di euro di ricchezza aggiuntiva e, complessivamente, quasi 400 occupati

Palloni, racchette, skateboard e scarponi da sci. La vendita di attrezzature sportive contraffatte è un piccolo ma tenace business, che costa ai legittimi produttori della Ue 500 milioni di euro ogni anno e 2.800 posti di lavoro. Mentre l’Italia ci rimette 53 milioni di euro di ricchezza aggiuntiva e, complessivamente, quasi 400 occupati in meno. 
A fare i conti sui danni da “falsi” tra le attrezzature da palestra e campo sportivo è l’Uami (l’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno, cioè l’agenzia Europea per la proprietà intellettuale), che nel terzo studio (dopo quelli su cosmetici ed abbigliamento) che sara reso noto questa mattina mostra come le attrezzature e gli accessori contraffatti per il fitness, lo sport in generale e il tempo libero, nell’Ue equivalgano, per i produttori, a oltre 500 milioni di euro di introiti all’anno persi, pari al 6,5% circa delle vendite legali nei 28 Paesi dell’Unione. 
L’indagine mappa solo il danno sui produttori. Se si considerano anche distribuzione e commercializzazione (all’ingrosso e al dettaglio) il settore degli attrezzi per sport & fitness muove 8 miliardi di euro di consumi e coinvolge 43mila occupati. 
I mancati introiti da “fake” si traducono in una perdita diretta di quasi 3mila posti di lavoro perché l’industria legittima vende meno di quanto farebbe in assenza di contraffazione e, di conseguenza, impiega meno lavoratori. Ma la Uami ha stimato anche l’impatto indiretto del commercio di prodotti contraffatti. Se si tiene conto dell’effetto domino sui fornitori, le imprese legittime della Ue accusano un calo di vendite pari a circa 850 milioni di euro e 5.800 posti di lavoro in meno che si accompagnano in tasse evase e Iva ignorata, cioè in entrate statali perse pari a 150 milioni. Un danno soprattutto per le piccole imprese: nella Ue sono oltre 4.200 le imprese attive nella fabbricazione di articoli sportivi. Di queste, l’86% sono Pmi e il 76% impiega meno di 10 persone. 
L’Italia si colloca in Europa come il principale produttore di scarponi, racchette e bilancieri (davanti a Germania e Francia). L’Italia è il maggior produttore di articoli sportivi della Ue, rappresentando oltre il 20% della produzione totale (1,2 miliardi di euro) ogni anno. La contraffazione costa al settore 53 milioni ogni anno. Ma le perdite sono maggiori per i “colleghi” francesi (82 milioni di euro) e spagnoli (76 milioni). L’Italia perde oltre 390 posti di lavoro l’anno (6,5%). «Poche persone – ha spiegato il presidente dell’Uami, Antonio Campinos – conoscono il danno economico provocato dalle attrezzature sportive contraffatte all’interno dei propri Stati membri e nell’intera Ue. Con questa serie di relazioni stiamo facendo luce sugli effetti della contraffazione in termini di mancati introiti e posti di lavoro perduti, settore per settore, in modo da delineare un quadro completo per i responsabili delle politiche e i cittadini».