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 2015  settembre 10 Giovedì calendario

Tokyo mette le ali. L’Abenomics e le rassicurazioni da Pechino, hanno regalato al Nikkei la maggiore impennata dal 1994. Entro un mese Abe procederà a un rimpasto per rinsaldare lo schieramento a lui fedele e l’azione di governo, intanto ha espresso molto ottimismo e deliziato la platea con la promessa di un altro taglio del 3,3% in due anni della corporate tax

La prospettiva di nuovi stimoli fiscali in autunno. La tendenziale stabilità di governo per altri tre anni. L’approvazione di un tassello fondamentale della riforma del mercato del lavoro. La promessa di un altro taglio alla corporate tax e di altre riforme pro-business. Infine, fattori internazionali che hanno rilanciato la propensione al rischio degli investitori e indebolito lo yen. È il mix positivo che ha provocato ieri la maggiore impennata dell’indice Nikkei della Borsa di Tokyo dal 1994 in punti (oltre 1.343) e dal 2008 in percentuale (+7,7%). Certo ha contato anche la ricerca di occasioni propizie dopo che nella sessione precedente il mercato era sceso sotto i livelli di inizio anno, con una contrazione di oltre il 16% rispetto ai picchi di giugno.
Sicuramente sono stati fondamentali la precedente ripresa delle Borse occidentali e cinesi, le dichiarazioni sul prossimo arrivo di nuovi e concreti stimoli all’economia di Pechino e la crescente sensazione che la Federal Reserve possa non essere insensibile al moltiplicarsi delle sollecitazioni a rinviare oltre settembre il rialzo dei tassi Usa. Ma la ripresa di entusiasmo degli investitori questa volta appare solleticata anche da fattori interni.
Anzitutto, sta partendo la “fase due” dell’Abenomics: era questo lo slogan della campagna elettorale del premier Shinzo Abe per farsi confermare alla presidenza del partito Liberaldemocratico. Non c’è stato nemmeno bisogno di votazioni: l’unica potenziale rivale, Seiko Noda, non è riuscita a ottenere un numero sufficiente di firme di parlamentari. Così Abe ha ottenuto d’ufficio il rinnovo della leadership per altri tre anni: una volta archiviata (forse giù settimana prossima) la priorità politica del momento – ossia l’approvazione delle nuove controverse leggi sulla sicurezza – il premier potrà tornare a concentrarsi sull’economia (anche se ha ribadito il suo obiettivo ultimo di arrivare a modifiche formali della Costituzione ultrapacifista).
Entro un mese Abe procederà a un rimpasto per rinsaldare lo schieramento a lui fedele e l’azione di governo. In un messaggio inviato ieri alla conferenza tra investitori organizzata a Tokyo da BankAmerica Merrill Lynch, il premier ha espresso molto ottimismo e deliziato la platea con la promessa di un altro taglio del 3,3% in due anni della corporate tax. Intanto la Dieta dava l’ok definitivo a una miniriforma del mercato del lavoro che in sostanza consentirà alle aziende di utilizzare lavoratori temporanei senza le limitazioni attualmente in vigore (basterà non rinnovare il contratto dopo tre anni). Ha inoltre cominciato a manifestarsi la prospettiva di una manovra autunnale di stimoli fiscali: l’ha ventilata il ministro delle politiche economiche Akira Amari, ipotizzandola in circa 2mila miliardi di yen, pari a metà dell’aumento oltre le previsioni delle entrate tributarie.
Tuttavia non è chiaro se sarà superata l’opposizione del Ministero delle Finanze all’incremento di spesa pubblica. Abe si è detto ottimista persino sui negoziati della Trans Pacific Partnership, sostenendo che potrebbe bastare una sola sessione a livello ministeriale per la conclusione dell’accordo multilaterale di libero scambio. Il che fornirebbe sostegno esterno all’introduzione di incisive riforme nel segno della deregulation.