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 2015  settembre 10 Giovedì calendario

San Gennaro a Mulberry Street: una festa di paese come ormai non si vedono più nemmeno nei paesi italiani che un tempo le avevano inventate. Con piatti, dolci e usanze conservate intatte come le portarono qui gli immigrati due secoli fa. E passeggiando per le vie di questa macchina del tempo, congelata miracolosamente nella città più moderna e frenetica del mondo. Questo settembre a New York si aspettano anche i grandi dell’Onu e papa Francesco il tutto condito dalle celebrazioni per il centenario della nascita di Frank Sinatra

Il vero fascino di New York si apprezza solo attraverso i suoi estremi e le sue contraddizioni. Prendete il terribile mese di settembre, quando la festa del Labor Day chiude ufficialmente l’estate, le case agli Hamptons e tutte le scuse per non lavorare. Proprio in questo momento di massima depressione Manhattan stupisce con due avvenimenti che non potrebbero essere più distanti: l’Assemblea Generale dell’Onu, arricchita quest’anno dalla visita al Palazzo di Vetro il 25 settembre di Papa Francesco, e la Festa di San Gennaro nel poco che resta di Little Italy, esaltata quest’anno dalle celebrazioni per il centenario della nascita di Frank Sinatra.
Cominciamo dal primo evento, che riempie insieme i newyorchesi di orgoglio e di rabbia. Il primo sentimento si spiega da solo: la città che il sindaco Giuliani chiamava la capitale del mondo accoglie, appunto, tutti i capi di Stato e di governo per il rito annuale che all’Onu fa il punto sullo stato del pianeta e i difficili tentativi per raddrizzarlo. Il secondo sentimento, però, è un effetto direttamente proporzionale al primo, visto che sempre Giuliani minacciava di trasformare il Palazzo di Vetro in un albergo a cinque stelle per punire i diplomatici che non pagavano le multe per i loro divieti di sosta. Per un paio di settimane Midtown diventa un grande posto di blocco, con i cecchini sui tetti delle case, dove se abiti dalle parti dell’Onu devi portarti dietro il passaporto per tornare a casa. Quest’anno poi ci sarà anche il Papa, che visiterà Ground Zero e celebrerà la messa al Madison Square Garden, mentre l’Assemblea Generale dovrà rompersi il capo con emergenze come le migrazioni, il riscaldamento globale, la guerra in Siria e i nuovi obiettivi post-millennio per andare oltre lo sradicamento della povertà.
Qualche strada più in giù, dalle parti di Mulberry Street, si terrà invece dal 10 al 20 settembre una festa di paese come ormai non si vedono più nemmeno nei paesi italiani che un tempo le avevano inventate. Forse ormai neanche a Napoli si celebra San Gennaro così, con piatti, dolci e usanze conservate intatte come le portarono qui gli immigrati due secoli fa. E passeggiando per le vie di questa macchina del tempo, congelata miracolosamente nella città più moderna e frenetica del mondo, ti sembra un’ironia della storia che ora in Italia e nel Mediterraneo si parli solo di migrazioni, con le disgrazie e l’odio che si stanno portando dietro, mentre qui i migranti di due secoli fa cercano di conservare intatta l’epopea della loro fuga da fame e violenza, disperata e premiata.