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 2015  settembre 10 Giovedì calendario

Sei Guttuso, due Keith Haring, un Picasso, venticinque copie varie di Mario Schifano e quattro Umberto Mastroianni, lo scultore zio del famoso attore della “Dolce vita” Marcello. E poi documenti che attestano il passaggio di un’opera del pittore metafisico Giorgio De Chirico e dello scultore del Novecento Luigi Montanarini. Il tesoro nascosto (in casa dei suoceri) di Massimo Carminati

È in casa dei suoceri il tesoro nascosto di Massimo Carminati. In un armadio di metallo chiuso a chiave, simile in tutto e per tutto a una cassaforte, sul balcone della cucina all’interno di un appartamento al primo piano nel quartiere Aurelio di Roma, a poche centinaia di metri da San Pietro. Dentro ci sono quattro disegni di Renato Guttuso e una lunga lista di documenti che svelano uno scrigno ben più prezioso, composto da decine di opere di artisti di grande fama, fra i quali anche Pablo Picasso.
Nessun olio su tela o acquarello, ma manoscritti nei quali il numero uno di Mafia Capitale, figura come acquirente: oggetto della compravendita sono, fra gli altri, sei Guttuso, due Keith Haring, un Picasso, venticinque copie varie di Mario Schifano e quattro Umberto Mastroianni, lo scultore zio del famoso attore della “Dolce vita” Marcello. E poi documenti che attestano il passaggio di un’opera del pittore metafisico Giorgio De Chirico e dello scultore del Novecento Luigi Montanarini. È una lista sterminata, quella che trova il Ros dei Carabinieri nella perquisizione compiuta all’indomani dell’arresto del “Cecato”, il 2 dicembre del 2014. Gli atti dell’inchiesta dei pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli sono stati depositati dopo il via libera da parte del gip Flavia Costantini al rito immediato per 34 indagati.
Insieme ai manoscritti, attestanti la compravendita, ci sono anche sedici certificati di garanzia di orologi di lusso e custodie di pelle, purtroppo vuote: sopra c’è scritto Rolex modello Oyster, modello Explorer, Submariner, Perpetual e Daytona. E accanto i nomi delle gioiellerie vip con le boutique nel centro di Roma.
Quando alle 8.20 i carabinieri entrano in casa dei suoceri di Carminati impiegano poco tempo a notare quell’armadio metallico sul balcone della cucina. Dentro ci sono due scatole di scarpe, collane, bracciali ed orecchini. Poi due bustine di nylon chiuse l’una con una zip arancione e l’altra con una verde: all’interno c’è parte di quello che potrebbe essere il tesoro del boss di Mafia Capitale. I militari passano tutto al setaccio. Fra dipinti, sculture e monili viene stilato un elenco di cento voci. Quando vengono chiesti lumi sull’appartenenza di questi orologi, e delle decine di manoscritti che dichiarano la vendita delle opere d’arte ad ignoti, e anche direttamente al “Cecato”, i coniugi dichiarano di «non averli mai visti prima e di non saper indicare né a chi appartengono né chi li avesse introdotti nell’armadio di metallo».
È una vera passione per l’arte quella di Carminati, già svelata dal precedente sequestro compiuto dai carabinieri e della Guardia di Finanza: allora i sigilli furono messi per una serie di quadri firmati Jackson Pollock e Andy Warhol. Quello che manca all’appello, però, è ben altro. Come il Picasso e le due copie delle opere dell’artista americano Keith Haring. O come il dipinto di Luigi Montanarini, pittore contemporaneo della Scuola Romana morto nel 1998: anche in questo caso il quadro non c’è ma l’atto di cessione documenta il passaggio da uno sconosciuto, a un certo Roberto Gallo, che dichiara poi di cederlo al “Signor C”. E poi le 25 copie di Mario Schifano e i due originali dello stesso artista maledetto: “Campo di grano” e “Pomodori clonati”, ceduti però con omissione del destinatario. Quello che viene trovato è invece un’opera raffigurante una figura femminile alata su fondo multicolore, firmata Balla, proprio come il pittore Futurista. Non solo dipinti ma anche sculture: sono otto le fotografie che raffigurano le opere in rilievo in legno dell’autore contemporaneo Mario Ceroli, tuttora in vita, tutte corredate da dichiarazione di autenticità sul retro dello stesso artista.