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 2015  settembre 10 Giovedì calendario

L’invenzione dell’ascensore

È il 23 marzo 1857, ai grandi magazzini Haughwout & Co di New York: l’inventore americano Elisha Graves Otis (1811-1861) presenta il primo ascensore per il trasporto di passeggeri. I primi ascensori, peraltro, risalgono al III secolo a.C.: nel Colosseo vi erano montacarichi (azionati manualmente o con l’ausilio di animali), impiegati per trasportare dai sotterranei i gladiatori. La scoperta dell’ascensore, però, è una conquista del XIX secolo. All’inizio del 1800 in Europa si diffuse l’uso di ascensori idraulici per impiego industriale. Un sistema pratico, ma non sicuro per le persone.
A Elisha Otis va il merito di aver inventato un ascensore dotato di un dispositivo di sicurezza automatico in grado di bloccare la caduta della cabina in caso di rottura della fune di sollevamento. Nell’evenienza, una molla azionava due scontri posti sulla cabina che avrebbero attivato una cremagliera posta lateralmente al vano di corsa in modo da sostenere la struttura. Otis, ex operaio al quale fu affidato dalla Bedstead Manifacturing l’incarico di perfezionare un rozzo montacarichi del magazzino, già nel 1853 aveva presentato la sua invenzione al Crystal Palace di New York. Ma, complice il fallimento della Bedstead, Otis non riuscì a pubblicizzare la sua invenzione. Finché il 23 marzo 1857, ai grandi magazzini Haughwout & Co di Broadway a New York, grazie a uno show, conquistò le prime pagine dei giornali americani: dopo aver fatto installare nella sala principale il suo ascensore, vi prese posto assieme a barili, casse e altri oggetti pesanti, mentre gridava: «Non c’è pericolo, signori». Dopo essersi fatto issare a una decina di metri dal suolo, ordinò di tranciare la fune. La cabina si bloccò subito, tra lo stupore generale. Il giorno dopo i giornali americani annunciavano: «Non faremo più le scale a piedi».