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 2015  settembre 04 Venerdì calendario

La Commissione europea progetta di distribuire tra i 28 membri della Ue non più solo 40 mila rifugiati, ma di aggiungerne a questi altri 120 mila, includendo tra i paesi da soccorre non solo Italia e Grecia, ma anche l’Ungheria

La Commissione europea progetta di distribuire tra i 28 membri della Ue non più solo 40 mila rifugiati, ma di aggiungerne a questi altri 120 mila, includendo tra i paesi da soccorre non solo Italia e Grecia, ma anche l’Ungheria. La distribuzione sarebbe attuata secondo il solito criterio, e cioè tenendo conto del numero degli abitanti, del Pil, del numero dei rifugiati già accolti e del tasso di disoccupazione. In più c’è questo: che per i paesi che si rifiutano di accogliere i disperati sarebbero previste delle sanzioni. Chiariamo che tutto questo programma riguarda i cosiddetti rifugiati, coloro cioè che fuggono da paesi in guerra o che possono provare di essere dei perseguitati politici. Per altri migranti, qualificati con il termine “economici”, non è invece previsto nessun sollievo. Chi cerca asilo perché perseguitato da una miseria invincibile - in quanto è misero il posto da cui proviene - deve rassegnarsi a essere rispedito a casa, anche se tutti sanno che, appena atterrato nel suo paese, ricomincerà l’iter per raggiungere l’Occidente.

Quanto costa rispedire qualcuno a casa sua?
Cinque biglietti d’aereo. Uno per il migrante e due di andata e ritorno per i due agenti che lo accompagnano. Siccome l’espulsione arriva dopo un regolare processo, una condanna e il ricorso contro la condanna, si può stimare che lo straniero resti comunque in Italia dal momento del suo arrivo almeno un anno e mezzo se non due. È chiaro che è un sistema folle. Anche la distinzione tra rifugiati e migranti economici, di fronte all’onda gigante dei migranti, appare sempre meno convincente, sempre meno adatta a governare la crisi epocale che stiamo vivendo.  

Che altro si potrebbe fare?
L’intenzione della Commissione europea è un primo passo verso la gestione comune del problema. Con un unico diritto d’asilo e una legislazione indifferente al Paese in cui si arriva. Il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk (polacco), ha detto ieri che in attesa di una decisione ufficiale sui 120 mila e sulle sanzioni, i paesi membri dell’Unione potrebbero intanto accettare di accogliere centomila rifugiati. Lo ha detto durante una conferenza stampa in cui aveva al suo fianco il premier ungherese Victor Orban, uno dei duri del momento. Orban ha aggiunto che la questione degli emigranti è un problema tedesco, dato che nessuno di quelli che arrivano in Ungheria vuole restarci. «Vogliono andare tutti in Germania, il problema è loro».  

Che ha risposto la Merkel?
S’è sentita al telefono con Hollande, e l’Eliseo ha poi emesso una nota, concordata con Berlino, in cui si dice che i due paesi «hanno deciso di trasmettere fin da oggi proposte comuni per organizzare l’accoglienza di rifugiati e una ripartizione equa in Europa». Hollande ha anche dichiarato che lui e Merkel hanno proposto all’Europa un «meccanismo permanente e obbligatorio" di quote per i migranti». La Germania s’è detta disposta ad accogliere 800 mila richiedenti asilo, il quadruplo rispetto al 2014. Merkel deve badare alla sua opinione pubblica, restia come tutti ad accogliere gli stranieri, ma ha anche l’obbligo di tenere conto della situazione demografica, La Germania è il più vecchio tra i paesi europei e ha un disperato bisogno di giovani. La stessa situazione nostra, che però ne sembriamo meno consapevoli.  

Dai tedeschi e dagli austriaci, tuttavia, ci arriva l’invito a vigilare il passaggio del Brennero.
Sì, l’invito ci arriva, ma la vigilanza vera è abbastanza improbabile. Al Brennero, come a Calais, come ovunque, migliaia di migranti stanno solo in attesa di poter saltare sul treno giusto, quando arrivano a Innsbruck li rimandano indietro, quelli però scendono a Bolzano e si rimettono in attesa... Prima o poi passano. Orban, l’ungherese, ha annunciato controlli alle frontiere a partire da 15 settembre, con il contorno di questo giudizio: «I leader europei hanno dimostrato chiaramente di non essere in grado di gestire la situazione». Come è evidente, i dubbi sulla libertà di movimento concessa dagli accordi di Schengen sono sempre più forti e vedrà che prima o poi quella meravigliosa conquista sarà intaccata. I bulgari hanno annunciato il completamento dei primi venti chilometri della barriera difensiva anti-immigrati costruita sul confine turco. Il loro ministro dell’Interno, signora Rumiana Bachvarova, ha precisato che la barriera alla fine avrà una lunghezza totale di 130 chilometri. A metà autunno sarà completa per metà.  

La foto del bambino morto sulla spiaggia di Botrum non ha fatto venire nessun dubbio a nessuno?
I giornali inglesi, che l’hanno scoperta e lanciata (ne riferiamo meglio qui sotto), si sono scatenati contro la politica di Cameron, apparsa a un tratto egoistica. Cameron ha a sua volta rilasciato dichiarazioni commosse. Devo dire che questo improvviso traboccare di sentimenti di fronte a una foto è piuttosto inqualificabile. I politici che ora si disperano non sapevano di che cosa si tratta? Se c’è un problema che va affrontato a mente fredda è questo. Comunque sarebbe in corso una gara di solidarietà tra le città spagnole. Si stanno mobilitando Barcellona, Saragozza, Pamplona, Valencia, Malaga, La Coruña, Madrid. Anche i turchi promettono di tenere aperte le loro frontiere.