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 2015  settembre 03 Giovedì calendario

Dopo le polemiche per gli insulti alla Roma l’assessore Stefano Esposito non si pente neanche un po’: «E di che? Ma per favore. E poi scommettiamo che fra tutti i moralisti che ora mi attaccano c’è pure chi allo stadio grida ancora “Juve merda” e magari mena? Mi dispiace, si dovranno rassegnare: hanno un assessore ai Trasporti che dice sempre la verità, che non finge, non cambia opinione»

Assessore Esposito è ancora vivo?
«Vivo, vegeto e divertito come un matto».
Lei che è natìo di Moncalieri, non lo sa che a Roma sulla Magica non si scherza?
«Se è per quello neanche con la Juve. In radio mi hanno chiesto cosa dicevo quando frequentavo lo stadio da ragazzo e io che non ho peli sulla lingua – ho canticchiato il coro, lo stesso utilizzato contro la Lazio o il Milan».
Ma le pare di buon gusto insultare la squadra della città che da assessore dovrebbe rappresentare?
«Mi dispiace, si dovranno rassegnare: hanno un assessore ai Trasporti che dice sempre la verità, che non finge, non cambia opinione».
Niente scuse?
«E di che? Di una cosa avvenuta 30 anni fa? Ma per favore. E poi scommettiamo che fra tutti i moralisti che ora mi attaccano c’è pure chi allo stadio grida ancora “Juve merda”e magari mena?».
Non sarà una vendetta per tutte le botte prese in gioventù dai romanisti.
«Eeehhh sì di botte ne ho prese un sacco, ero un ultrà, però ho sempre difeso la sciarpa, non sono mai riusciti a portarmela via».
A proposito di sciarpe, anche Veltroni è juventino, ma da sindaco non si è mai sognato di ostentare la sua fede, anzi in qualche occasione ha anche indossato i colori della Roma. Tutto un altro stile, non crede?
«È un problema suo. Io non lo farò mai. Mai indosserò una sciarpa diversa da quella juventina. Anche se ormai l’ho appesa la chiodo, ho smesso di andare allo stadio anni fa. Ho un’etica del tifo, io».
A proposito di tifo, domenica scorsa la sua Juve dalla Roma le ha prese.
«Purtroppo non ho potuto vedere la partita, ero a un dibattito pubblico con Alfio Marchini che mi prendeva per il culo. Lui aveva qualcuno che lo informava sul cellulare. Mi ha sfottuto: andate a casa con due pere».
E lei? Non gli avrà mica urlato “Roma merda”?
«Ma no, ho incassato perché quest’anno faremo un po’ di fatica in più, la Juve è una squadra in ristrutturazione, però penso che alla fine lo scudetto lo vinceremo comunque. E comunque, per essere coerente, mi auguro che non lo vinca la Roma».
In ristrutturazione un po’ come la giunta Marino?
«Ma no, la giunta Marino è più avanti, è già ristrutturata, direi che è quasi pronta per lo scudetto».
Il capogruppo di Sel chiede le sue dimissioni.
«Non sono un medico, non mi occupo di casi sanitari, specie di quelli gravi».
A proposito di casi gravi, in radio ha anche detto che non sa dove porti il bus 64, lei però è l’assessore ai Trasporti.
«Uuuhhh anche questo: ma posso sapere dove passano tutti i bus di una metropoli come Roma? Io i miei limiti li manifesto, non li nascondo».
Ma è la linea del Giubileo, quella che porta da Termini in piazza San Pietro!
«E chi se ne frega, io le devo far funzionare le linee, non ho il tempo di imparare a memoria i percorsi. E poi in questo mese e mezzo mi sono cimentato nel non farli scomparire, i bus».
È vero che il sindaco si è molto irritato e l’ha chiamata da New York per rimproverarla.
«Difficilmente potrebbe accadere che Marino mi cazzii, infatti non l’ho sentito».
D’Alema la esorta a chiedere scusa.
«D’Alema chi?».