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 2015  settembre 03 Giovedì calendario

Il boom della Lego: quasi due miliardi di ricavi grazie ai mattoncini. Utili cresciuti del 30% negli ultimi sei mesi per il gruppo danese. E pensare che dieci anni fa sembravano spacciati. Ricavi dimezzati, bilanci in profondo rosso, nessuna strategia per contrastare lo strapotere dei produttori di videogiochi

E dire che dieci anni fa sembravano spacciati. Ricavi dimezzati, bilanci in profondo rosso, nessuna strategia per contrastare lo strapotere dei produttori di videogiochi. Poi, mattoncino dopo mattoncino, alla Lego è riuscito nel miracolo. Nel 2014 il gruppo danese, guidato dal presidente e amministratore delegato Jorgen Vig Knudstorp, ha strappato a Mattel lo scettro di prima compagnia al mondo e adesso punta a prendere il largo. Nei primi sei mesi del 2015, infatti, la società fondato nel 1934 dal carpentiere Ole Kirk Christiansen ha visto balzare il fatturato a 1,89 miliardi di euro (+23,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, +18% al netto del cambio), mentre l’utile netto è salito a 476 milioni di euro: un incremento del 31 per cento. I flussi di cassa dalle attività operative sono cresciuti a 582 milioni. Numeri record, soprattutto perché l’anno scorso, a trainare i risultati, era stato il film d’animazione «Lego Movie»: un campione d’incassi che, oltre all’assegno staccato dalla Warner Bros per i diritti, aveva spinto il mercato dei gadget e degli accessori «made in Danimarca».
I risultati migliori, negli scorsi sei mesi, sono arrivati dall’Asia, spiega la direttrice commerciale Loren Shuster, che non teme la frenata della Cina e punta forte sulla nuova fabbrica di Jiaxing: sarà pienamente operativa nel 2017, ed entro la fine del 2015 triplicherà il numero dei dipendenti. Di quotarsi in Borsa, invece, non se ne parla. «Siamo una società a proprietà familiare fin dalla nostra fondazione e non ci aspettiamo alcun cambiamento nella nostra struttura proprietaria. Siamo molto contenti di una proprietà familiare che ci permette di pensare nel lungo termine a come raggiungere più bambini nel mondo», dice il Cfo John Goodwin.
A far sorridere i manager di Lego, ieri, c’erano pure i conti dei rivali storici: gli americani di Mattel hanno visto i ricavi scendere del 5%, sotto gli 1,7 miliardi di euro, mentre Hasbro, che possiede i marchi Transformers e Monopoly è cresciuta dello 0,5%, con un fatturato di 1,33 miliardi di euro. Il produttore della Barbie, in particolare, sembra sotto pressione: le vendite della bambola-icona sono in calo da sei trimestri consecutivi.
La vera sfida, però, inizia ora: la seconda metà dell’anno, che porta dritto al Natale, per i produttori di giocattoli è il periodo chiave. In rampa di lancio, per il colosso degli omini gialli, ci sono nuovi giochi online, un calendario ispirato a Star Wars e i soliti «vecchi» set: ormai, sono più di trecento.