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 2015  settembre 03 Giovedì calendario

I trafficanti di uomini si fanno anche la pubblicità. Ci sono tariffario, sconti e tragitti. «Guarda. La mappa di come arrivare in Europa, le tappe ed i costi girano su Facebook» rivela Assad Murad, un giovane capetto dei rifugiati di Kobane smanettando sul telefonino. Nelle tendopoli irachene un depliant vende sogni ai disperati

La distesa di tende bianche e azzurre delle Nazioni Unite assomiglia ad un girone dantesco sotto il sole a picco nel nord dell’Iraq. Nella cappa di caldo torrido del campo profughi, che ti taglia il fiato, vivono oltre diecimila anime, tutti siriani, fuggiti in gran parte da Kobane, la città martire curda rasa al suolo dai furiosi combattimenti con lo Stato islamico.
«Guarda. La mappa di come arrivare in Europa, le tappe ed i costi girano su Facebook» rivela Assad Murad, un giovane capetto dei rifugiati di Kobane smanettando sul telefonino. E ci fa vedere una specie di «pubblicità» per intraprendere il viaggio clandestino verso il vecchio continente. In arabo sono indicati i tragitti, le alternative ed i prezzi con tanto di piccole foto dei gommoni per passare l’Egeo oppure i disegni di autobus e treni per arrivare a Belgrado e dei taxi fino a Budapest. Se paghi 2500 dollari autisti senza scrupoli ti portano direttamente «nel cuore di Berlino».
L’assurdo è che i profughi di Kobane, in fuga dalla guerra, hanno diritto all’asilo, ma sono parcheggiati dall’inverno dello scorso anno in questa tendopoli. L’Onu li registra su un foglio di «richiedenti asilo», che vale poco più della carta straccia. «Il sogno di quasi tutti in questo campo è di raggiungere la Germania o altri paesi europei. Però costa 5mila dollari a persona. – spiega Murad – I trafficanti fanno pubblicità in rete per invogliarci, ma i soldi delle varie tratte li dobbiamo versare in anticipo e non ti garantiscano l’arrivo». Anche i moderni Caronte hanno buon cuore: i bambini sotto i 15 anni pagano la metà.
Secondo la mappa rilanciata via Facebook del viaggio clandestino si va in Turchia, che confina con il Kurdistan. Sulla costa, nel porto dell’antica Smirne ti aspetta un gommone, indicato con tanto di fotina, che per la modica cifra di 1200 dollari ti sbarca sull’isola greca di Kos. Murad sottolinea che se paghi 2600 euro viaggi in prima classe su un natante ultra sicuro. Il gommone ti costa meno, ma rischi di affondare.
Da Kos il migrante può tranquillamente prendere il traghetto per Atene spendendo poche decine di euro. Poi la mappa pubblicitaria, che gira sui telefonini nel campo profughi in Kurdistan, ti offre delle alternative. Via bus con tanto di freccia e foto fino a Salonicco oppure in treno a 46 euro. Per attraversare il confine con la Macedonia si va a piedi. Frecce e fotine con le prossime tappe dell’agenzia viaggi dei trafficanti spiegano che bisogna arrivare a Belgrado. E poi si raggiunge il confine ungherese con trasporti low cost. La foto che simboleggia questa tappa è di una famiglia con i bambini in spalla che cammina in un prato con l’erba alta attraversando «felicemente» il confine.
«Mia moglie ed io non abbiamo futuro, ma i nostri tre figli quasi maggiorenni non vanno più a scuola dopo la fuga dalla Siria. Farei il viaggio clandestino solo per loro» spiega Mahir Sal al Din al Habo. Il capofamiglia di Kobane ci accoglie sotto la tenda dell’Onu dove la temperatura è soffocante per offrirci una tazza di tè. Per la regione autonoma curda il peso di 112.624 profughi siriani solo nella provincia di Erbil, a luglio, è insostenibile.
L’agenzia dei trafficanti lo sa e offre viaggi anche più comodi. Sotto il disegno di uno scintillante taxi giallo si spiega che dai Balcani si può arrivare fino «al cuore di Berlino» per «soli» 2500 dollari. Un sito internet che si chiama «Come andarsene dal Kurdistan» offre addirittura una partenza in aereo da Erbil per 12.500 dollari con un visto taroccato o comprato chissà come.