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 2015  settembre 03 Giovedì calendario

La lunga notte degli insegnanti precari. L’algoritmo del cervellone informatico del ministero ha assegnato 9.000 cattedre per la fase B della riforma della scuola. La maggior parte, circa 7.000 docenti, dovranno cambiare città o Regione. Avranno dieci giorni per decidere se accettare l’assunzione a tempo indeterminato o no. Mancano all’apppello ancora 7.200 posti, che finiranno nelle supplenze annuali

Neanche a Capodanno, forse, i docenti della scuola italiana aspettano con tanta frenesia la mezzanotte. Ma quella di ieri non era una notte qualunque: era la lunga notte del supplente, quella in cui l’algoritmo del cervellone informatico del Miur avrebbe assegnato i 16.210 posti per la terza fase del piano straordinario di immissioni in ruolo, la fase B. In realtà la quota delle cattedre proposte ai docenti è stata di molto inferiore: ne sono stati chiamati 9.000 mentre gli altri 7.200 finiranno nelle supplenze annuali.
LE POLEMICHE
Intanto la maggior parte dei convocati, come previsto dai sindacati e dalle tante polemiche divampate nelle ultime settimane, dovrà spostarsi. In qualche caso dovrà cambiare città ma più spesso regione, seguendo un flusso migratorio inevitabile dal Sud verso il Nord. Un flusso di circa 7.000 docenti, sui 9.000 a cui il Governo ora offre un posto fisso e che da qui a dieci giorni dovranno dire se accettano la cattedra o meno.
Polemiche a parte, l’anno scolastico parte con 38mila nuove assunzioni pronte a salire in cattedra dal primo giorno di scuola. Circa 29mila hanno avuto un contratto ad agosto ed altri 9mila hanno avuto, ieri notte, una proposta di assunzione. Si tratta di 10mila insegnanti in più rispetto allo scorso anno, con un aumento pari al 30%.
L’87% SONO DONNE
I neo assunti tra il 12 e il 14 settembre sceglieranno la scuola, nella lista provinciale in cui sono stati assegnati, e inizieranno le loro lezioni in classe. Ma chi sono questi nuovi docenti in forze nella scuola? A delinearne un profilo, ieri, è stata il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini: «A oggi abbiamo assunto 38mila insegnanti, di questi uno su due ha meno di quarant’anni e l’87% è di sesso femminile. Ben 11mila sono destinati alla scuola media. Tra questi 38.000, circa 31mila rimarranno a casa loro o quasi, 2.000 avranno una mobilità ridotta spostandosi tra province vicine, e 7.000, invece, la avranno più ampia e dovranno spostarsi soprattutto dalla Sicilia verso il Nord, Lombardia in testa, e dalla Campania non solo verso il settentrione ma anche nel Lazio, in cui il polo maggiormente attrattivo è rappresentato da Roma e dintorni. Ma questo non accade per un capriccio ministeriale: è al Nord che ci sono più posti disponibili e al Sud docenti abilitati nelle discipline che occorrono. Questo è un dato ineliminabile».
Insorgono però i sindacati, anticipando un autunno di fuoco: «I nostri timori erano fondati – spiega Marcello Pacifico dell’Anief – due precari su tre, assunti nel corso della fase B, saranno costretti a spostarsi di centinaia di chilometri da dove sono residenti e lavorano come supplenti. È evidente che non si tratta di casi isolati o del sacrificio di alcuni. La lotteria delle assunzioni non ha quindi fatto sconti».
Resta quindi ora l’incognita legata alla scelta dei docenti: quanti di loro sono davvero disposti a rinunciare al posto fisso per non lasciare la città di origine? Considerando che, avendo partecipato alle fasi B e C, chi rifiuta il posto verrà cancellato dalla graduatoria di appartenenza.
A NOVEMBRE L’ULTIMA FASE
I dati del Miur, aggiornati alle 18 di ieri pomeriggio, parlano di 520 domande accettate il primo giorno. I posti che resteranno vuoti non verranno dati per altre assunzioni. Ma non finisce qui. La seconda tranche di immissioni in ruolo, prevista per 55 mila docenti nella metà di novembre, secondo il ministro Giannini avrà un tasso di mobilità che non dovrebbe superare il 5-6%. In tutto, al termine del piano di assunzioni che dovrebbe raggiungere quindi circa 95 mila docenti, la mobilità interesserà tra il 10 e il 15% dei neoassunti.
Un discorso a parte merita invece il capitolo delle assunzioni destinate al sostegno, una delle classi di concorso di cui c’è maggiormente bisogno: i dati del Miur parlano di 14mila nuove assunzioni che vanno a coprire le necessità di 15 regioni.