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 2015  settembre 02 Mercoledì calendario

Marino non ha nulla da rimproverarsi: «Ho lavorato come un matto sino al 14 agosto, poi — come si fa ovunque — abbiamo organizzato i turni di presenza, a Roma è rimasto il vicesindaco e io ho preso due settimane di vacanze, in coda alle quali ho anche fissato alcuni incontri istituzionali che torneranno assai utili alla città». Basta con il gossip e il chiacchiericcio «di chi cerca la rissa, vuole a tutti i costi farmi litigare, ora col governo, ora col prefetto Gabrielli, disegnandomi come un sindaco dimezzato. Il governo ha riconosciuto i nostri sforzi, decidendo di non commissariare il Comune per mafia e accogliendo tutte le nostre richieste sul Giubileo». Il sindaco tornerà in Campidoglio domani

 È pronto per il grande rientro, il sindaco Marino. «Mai stato più sereno e tranquillo di così», ripete agli assessori, ai collaboratori e a Matteo Orfini con cui si tiene quotidianamente in contatto dagli Stati Uniti, dove rimarrà sino a domani, per avere informazioni sull’organizzazione del Giubileo sbloccata dal consiglio dei ministri la settimana scorsa.
«Cosa dovrei rimproverarmi?», sbuffa al telefono appena sveglio, quando però in Italia è già mezzogiorno passato, «ho lavorato come un matto sino al 14 agosto, poi – come si fa ovunque – abbiamo organizzato i turni di presenza, a Roma è rimasto il vicesindaco e io ho preso due settimane di vacanze, in coda alle quali ho anche fissato alcuni incontri istituzionali che torneranno assai utili alla città», ha tagliato corto, alludendo al meeting di ieri con alcuni immobiliaristi per fargli conoscere il patrimonio edilizio che il Campidoglio ha messo sul mercato e alla visita privata al collega newyorchese Bill De Blasio con cui oggi parlerà di mutamenti climatici e progetti comuni. «E poi, se anche fossi tornato», ha sibilato, «che cosa sarebbe cambiato? Nulla. Non era certo mia responsabilità prevenire quanto è accaduto alla chiesa don Bosco. Cosa c’entro io con i funerali di Casamonica? È stato sollevato un indegno polverone mediatico». Che fa il paio, «con il gossip e il chiacchiericcio di chi cerca la rissa, vuole a tutti i costi farmi litigare, ora col governo, ora col prefetto Gabrielli, disegnandomi come un sindaco dimezzato», si sfoga Marino. «Ma il governo ha riconosciuto i nostri sforzi, decidendo di non commissariare il Comune per mafia e accogliendo tutte le nostre richieste sul Giubileo, mentre con Gabrielli – al quale non è stato assegnato un solo potere in più di quello già previsto dal Tuel – abbiamo un rapporto cordiale e costruttivo».
Ecco perché il sarcasmo del prefetto («Con il sindaco ci siamo sentiti, tra un immersione e l’altra», ha motteggiato l’altro ieri l’ex capo della Protezione civile) lo ha colto di sorpresa. Subito però derubricato a «battuta» nella lunga telefonata intervenuta tra i due. Gabrielli tuttavia sembra averci preso gusto: «Sicuramente a Marino non ha fatto bene a non essere rientrato dalle ferie», è tornato a punzecchiarlo ieri, «ma io rispetto la sua mentalità che è molto da chirurgo e cioè di chi non si risparmia sul lavoro ma quando decide di prendersi una pausa se la prende tutta perché ritiene, giustamente, che bisogna rigenerarsi». Il bastone e la carota. «Il sindaco è lui, il mio compito è vigilare sulle procedure», ha ribadito Gabrielli, «io mi sento un leale collaboratore, nel rispetto delle rispettive competenze e funzioni». Chiaro il messaggio: Marino faccia le sue scelte, sarà poi il prefetto a decidere se vanno bene oppure no.