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 2015  settembre 02 Mercoledì calendario

Marissa Mayer, la super mamma che di maternità non ne vuole sapere. l’Ad di Yahoo, in attesa di due gemelle, ha fatto sapere che dopo un breve congedo post parto tornerà subito a lavorare, come per il primo figlio. Ma anche se ha esteso il congedo parentale a sedici settimane retribuite per le madri e otto per i papà, oltre a 500 dollari per le spese di lavanderia, alimentari e la cura del bambino a tutti i neogenitori, questa sarà l’ennesima scelta destinata a non piacere a tutte

Come fa sbaglia. Neppure quando annuncia la sua seconda (e doppia) gravidanza riesce a essere simpatica. E non tanto per aver sottolineato l’assoluta casualità del parto gemellare, previsto a dicembre, quasi ad allontanare il sospetto di una fecondazione assistita («Non ci sono gemelli nella mia storia familiare, ho scoperto che può capitare a una su trecento»). Quanto per aver precisato che tornerà subito al lavoro anche questa volta, come successe con Macallister, il primogenito nato due mesi e mezzo dopo aver assunto l’incarico di amministratore delegato di Yahoo!, nel 2012. Allora rientrò in ufficio due settimane dopo il parto, ma di fatto non aveva mai smesso di essere operativa. Questa volta, uguale: «Intendo prendermi una quantità di tempo limitata lavorando ovunque».
La maternità non è una malattia, soprattutto per Marissa Mayer. Lo raccontò lei stessa: «Una sera ho alzato gli occhi dal computer, era mezzanotte: avevo un marito a casa ed ero all’ottavo mese di gravidanza. Ma stavo lavorando e mi stavo divertendo. Il giorno dopo, mentre facevamo colazione, Zachary (Bogue, magnate della Silicon Valley, ndr ) mi ha chiesto dov’ero stata la notte prima». Chissà le risate, davanti ai cani di Jeff Koons montati sul piedistallo nella spaziosa cucina di San Francisco.
Tuttavia non risero le colleghe che poche settimane dopo si videro private del telelavoro, uno schiaffo alla flessibilità nell’acrobatica altalena tra casa e azienda. «Non stava dando risultati e l’ho abolito. Riguardava soltanto l’1 per cento dei dipendenti», spiegò la top manager al Corriere l’anno scorso, quando aggiunse di non curarsi delle critiche. «Il gender gap è un tema importante e una criticità da affrontare. La strada da fare è ancora tanta e so bene cosa vuol dire lavorare in un ambiente di soli uomini. Ma, per il momento, devo focalizzarmi sul mio compito di amministratore delegato».
Del resto, alle battaglie femministe non ha mai creduto: «Non penso di potermi considerare femminista. Credo nelle pari opportunità, ma non mi sento una militante. La parola femminismo, in molti sensi, ha acquisito una connotazione negativa. Dappertutto nel mondo ci sono belle possibilità per le donne: dall’energia positiva arrivano di sicuro più cose buone che da quella negativa».
Qualcosa, però, l’ha concessa. Ha esteso il congedo parentale a sedici settimane retribuite per le mamme e otto per i papà, oltre a 500 dollari per le spese di lavanderia, alimentari e la cura del bambino a tutti i neogenitori. A una manager così magnanima si poteva perdonare l’immagine in chaise longue sulla copertina di Vogue, definita da molti «troppo sexy». Ma per lei la femminità non è mai stata in contrasto con la professionalità, conquistata sul campo a partire dal doppio diploma a Stanford.
«Guardando al futuro, ci sarà molto da fare sia per la mia famiglia sia per Yahoo!. Richiederanno duro lavoro e la capacità di stilare delle priorità», ha scritto ieri su Tumblr, il social media che è stata lei stessa ad acquisire per un miliardo e cento milioni di dollari nel 2013. «Io comunque sono carica e molto concentrata su tutti e due i fronti, farò tutto quello che è necessario e anche di più per far prosperare entrambi».
È la sua prova del fuoco. Yahoo! ha perso ventidue milioni di dollari nel secondo trimestre, contro l’utile di 270 milioni dell’anno prima. Gli occhi di Wall Street ora sono puntati sul 15% di partecipazione in Alibaba, il colosso cinese del commercio elettronico, che dovrebbe essere separato in una nuova società nel quarto trimestre, quando nasceranno le sue bambine.
«Non sono mai stata più eccitata di così», ha ammesso Marissa. Come non crederle.