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 2015  agosto 31 Lunedì calendario

Guerra al cinghiale. Sicilia, Liguria e Toscana vogliono abbaterli perché sono sopra la quota sostenibile ma gli animalisti insorgono. Giacomo Bottinelli della Lav spiega che «serve prevenzione. È provato scientificamente che spesso dopo la loro eliminazione i cinghiali si riproducono più velocemente di prima». Effetto rimbalzo

Potrebbe diventare l’autunno caldo della lotta contro i cinghiali (e delle proteste degli animalisti) quello che da fine settembre, dalla Liguria alla Sicilia, sta per riscrivere la strategia per arginare la proliferazione di questi ungulati, oltre un milione in Italia. Non si contano in tutta Italia le riunioni e le commissioni per decidere le quote di abbattimento e gli eventuali metodi di «prelievo».
In Toscana i cinghiali sono oltre 200mila: secondo l’assessorato all’Agricoltura la quota sostenibile non dovrebbe superare i 120mila esemplari. Venerdì c’è stato un primo incontro a Roma tra il neo assessore all’Agricoltura, Marco Remaschi, e i tecnici dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. E altri seguiranno per organizzare abbattimenti selettivi, ma anche per avviare una campagna di prevenzione capace di limitare la crescita esponenziale degli animali. In Versilia, ancora assediata dai turisti, il sindaco di Pietrasanta, Massimo Mallegni, ha appena ordinando un abbattimento straordinario dei cinghiali sulle colline. «Che non solo devastano le coltivazioni – spiega il sindaco – ma sono pericolosi per le persone e non vorremmo assistere a un’altra tragedia come quella accaduta a Cefalù».
In Liguria i cinghiali da abbattere sono 24.200, oltre duemila in più rispetto allo scorso anno, e addirittura gli agricoltori hanno chiesto alla Regione di poter ottenere un servizio di «cacciatori a chiamata», ovvero esperti in attività venatoria pronti a colpire, secondo le segnalazioni, i capi più pericolosi. In Provincia di Padova si stima che siano oltre duemila i cinghiali potenzialmente da abbattere e che provocano danni ai vitigni dei Colli Euganei. Non migliora la situazione al Sud. Domani a Napoli riunione d’urgenza della commissione agricoltura della Regione. Si parla di almeno diecimila animali in eccedenza. E sempre domani a Messina il prefetto ha chiesto e ottenuto dal Comune un tavolo tecnico per arginare l’esodo dei cinghiali verso il centro della città.
Sul problema dell’abbattimento gli ambientalisti si dividono. Mentre Legambiente e Wwf non sono contrari a priori, gli animalisti della Lav denunciano catture cruentissime con i cani e soprattutto inutili perché provocherebbero l’aumento della popolazione di ungulati. «Si chiama effetto rimbalzo – spiega Giacomo Bottinelli della Lav —. È provato scientificamente che spesso dopo la loro eliminazione i cinghiali si riproducono più velocemente di prima. Serve invece prevenzione (togliendo le fonti di cibo a questi animali) e l’inizio di campagne di sterilizzazione usando nuovi vaccini in via di perfezionamento».