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 2015  agosto 28 Venerdì calendario

Il triste declino di Ostia, da meta del weekend a terra di conquista mafiosa. Negli Anni ’60 il via all’infiltrazione malavitosa nel territorio. Ora il X Municpio di Roma è stato sciolto

Incendi, minacce, omicidi, corruzione, assalto ad attività economiche, usura, spaccio di droga. Sembra un racconto al cardiopalmo di una stagione siciliana che non c’è più. Sembrano storie di mafia consegnate agli sceneggiatori di un tempo. E invece tutto questo succede a Roma. Oggi. Sì, perché in fondo Ostia è Roma, anche se si devono percorrere dal centro della città eterna 30 chilometri della «Cristoforo Colombo» per arrivarci.
Negli anni del boom economico, era la meta della scampagnata domenicale. Un ristorante e un ombrellone per una giornata da ricordare. Dopo l’Eur non c’era altro che il verde. Poi sono nate le tante enclaves, le periferie di una città dilatata nello spazio: Casal Palocco, Infernetto, Acilia, tenuta di Castel Porziano.
In quei maledetti anni delle stragi nere e della violenza e del terrorismo politico all’Idroscalo di Ostia fu ucciso Pier Paolo Pasolini. Negli anni del boom edilizio, Ostia divenne un quartiere residenziale (dormitorio d’inverno) per i romani.
Si è gonfiata Ostia, che oggi conta poco meno di centomila residenti che d’estate diventano mezzo milione. E nelle pieghe di questa «invasione» capitolina, sono arrivate anche loro, le famiglie di mafia, siciliani e campani. Mafia antica e camorra moderna.
Si legge nella relazione della commissione prefettizia che ha portato allo scioglimento della X Municipalità (Ostia appunto): «Il municipio risulta profondamente inquinato e piegato alle esigenze delle consorterie criminali. Occorre rimuovere e spostare il 60% dei dipendenti pubblici che hanno fatto entrare i mafiosi del territorio».
Spada, Triassi, Fasciani, Senese, Cuntrera. Nomi pesanti, clan da neutralizzare. Retate, arresti, omicidi. E concessioni di stabilimenti o chioschi, come quello concesso agli Spada in società con ex boss di Casa Pound.
E così, è finito ai domiciliari solo perché si era dimesso prima, l’ex presidente della X Municipalità, Andrea Tassone, Pd, finito nei guai per corruzione in Mafia Capitale. In rapporti con Buzzi, il Re Mida degli appalti ottenuti con la corruzione.
Corruzione, arma letale della moderna mafia capitolina.
Il fuoco distrugge, vero. Ma ad Ostia crea tante opportunità. Prendiamo i ruderi della scuola materna «Doremi», dietro l’ex Colonia estiva. Per un burocrate della Circoscrizione quell’incendio ha prodotto «tanto amianto» da imporre un affidamento di lavori straordinario ad una ditta, senza gare.
Ora si aspettano decisioni importanti della magistratura che ha indagato sull’incendio e l’affidamento.
«A questo punto – riconosce l’assessore alla trasparenza e alla legalità di Roma, Alfonso Sabella – lo scioglimento della municipalità è stato un atto dovuto. purtroppo dobbiamo prendere atto che la politica è l’amministrazione non si sono opposte alle infiltrazioni delle associazioni mafiose».
L’Ostia criminale è stata anche capace di produrre associazioni antimafia fiancheggiatrici. Fa impressione che tutto questo sia accaduto non lontano dalla capitale. Anzi, a Roma.