Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  agosto 28 Venerdì calendario

Vassiliki Thanou, la prima donna premier della storia ellenica. Sarà lei a portare la Grecia al voto a settembre. Tra patti, salvataggi, scissioni e campagne elettorali, la già presidente della Corte Suprema si occuperà solo degli affari correnti. Intanto continuano le trattative sul debito greco perché se il taglio è escluso, gli europei sono pronti a prolungare le scadenze

La Grecia ha definitivamente imboccato la strada delle elezioni anticipate, dopo che i partiti d’opposizione non sono riusciti a formare un governo alternativo a quello di Alexis Tsipras e la presidente della Corte Suprema, Vassiliki Thanou, è stata nominata primo ministro ad interim per portare il paese al voto. Il giuramento della prima donna premier della storia greca è avvenuto ieri. Il presidente Prokopis Pavlopoulos entro il fine settimana dovrebbe annunciare la data delle elezioni: con ogni probabilità il 20 settembre, anche se non è escluso il 27. Conosciuta per alcune posizioni anti-austerità – la Corte Suprema ha bocciato alcuni tagli alle pensioni chiesti dai creditori internazionali – Thanou-Christophilou avrà solo la responsabilità degli affari correnti. Ma il suo mandato potrebbe durare più a lungo del previsto: secondo i sondaggi in vista delle elezioni, dopo l’accordo su un nuovo piano di salvataggio e la scissione di Syriza, Tsipras non dovrebbe ottenere la maggioranza assoluta in parlamento. La sua promessa di «non collaborare» con i partiti europeisti, inoltre, rischia di mettere a repentaglio il salvataggio della Grecia.


IL SALVATAGGIO
Tsipras ha lanciato la sua campagna elettorale mercoledì sera attaccando duramente i secessionisti di Syriza. Il loro nuovo partito, Unità Popolare, guidato dall’ex ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis, potrebbe ottenere tra il 4% e l’8%, privando l’ex premier dei seggi necessari a governare. Secondo un sondaggio di Vergina Tv, Syriza vincerebbe le elezioni, ma con appena il 24% dei voti contro il 36% di gennaio. Nuova Democrazia sarebbe a soli 2 punti di distanza. Gli analisti ritengono che Tsipras sarà costretto ad allearsi con almeno tre partiti. I partner europei, che hanno salutato positivamente le elezioni anticipate, insistono per un governo di unità nazionale. Ma il leader di Syriza ha escluso una coalizione con i conservatori di Nuova Democrazia, i socialisti del Pasok e i liberali di To Potami. «Non collaboreremo con il vecchio sistema politico», ha detto Tsipras mercoledì alla televisione Alpha Channel.
Il prolungamento della crisi politica e i ritardi sulle riforme chieste dei creditori in cambio di 86 miliardi di aiuti potrebbero riportare la Grexit sul tavolo. «La garanzia di un successo non c’è», ha ammesso il direttore del fondo salva-Stati ESM, Klaus Regling, che però si vuole ottimista: «Ci sono buone ragioni per ritenere che ci sarà un esito positivo del programma». Regling scommette anche sulla partecipazione al salvataggio del Fondo Monetario Internazionale. Pur escludendo un taglio del valore nominale del debito, il direttore del fondo ESM ha ribadito che gli europei sono pronti a prolungare le scadenze. Agli occhi di Regling, questo dovrebbe bastare per convincere l’Fmi a versare «fino a 16 miliardi» alla Grecia.