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 2015  agosto 05 Mercoledì calendario

Olimpiadi, 366 giorni al via ma Rio è pronta? Secondo le autorità brasiliane, sì; secondo la stampa internazionale, no. Ma il problema non riguarda tanto le opere incompiute – l’ultima sarà realizzata entro il prossimo aprile – quanto l’inquinamento che potrebbe mettere a rischio la salute degli atleti. Le falde acquifere dovevano essere depurate entro il 2016 ma il governatore ha ammesso che il 2035 è una data più credibile

Fra un anno esatto Rio de Janeiro tornerà a essere il palcoscenico sportivo più importante del Mondo. Per la prima volta nella storia, le Olimpiadi saranno disputate in una città sudamericana. Diciannove giorni in cui 10.500 atleti provenienti da 205 paesi testeranno l’efficienza e l’ospitalità carioca. I tempi si accorciano e una domanda è inevitabile: Rio è pronta per ospitare i giochi olimpici? La risposta varia a seconda dei punti di vista. Secondo le autorità brasiliane, sì; secondo la stampa internazionale, no. Il CIO attende e confida che il comitato brasiliano rispetti le scadenze fissate per i test di collaudo delle strutture. Un anno e tre mesi fa John Coates, vice presidente del CIO, disse che l’organizzazione era la “peggiore mai vista in 40 anni di Olimpiadi”. Nel frattempo i lavori sono progrediti e sono in linea con il timing, come ha assicurato Carlos Arthur Nuzman, presidente del Comitato Rio 2016 e del Comitato Olimpico del Brasile: «Sono orgoglioso di ciò che abbiamo realizzato finora. Le opere appaiono quasi tutte pronte, nei tempi e nei preventivi. I test ci saranno, ne faremo più di 40», ha scritto nei giorni scorsi sul portale UOL. La capitale fluminense dovrà dimostrarsi all’altezza in tre ambiti: organizzativo, ambientale e sociale. Da queste variabili dipenderà anche l’esito sportivo della manifestazione. Saranno 306 prove a medaglia: 136 femminili, 161 maschili e 9 miste, che si terranno in 33 luoghi, distribuiti prevalentemente in quattro regioni.
VIRUS E FEBBRE
Le zone saranno Deodoro, Maracanã, Barra da Tijuca e Copacabana. La situazione più critica è quella della parte nord, Deodoro, dove si terranno le competizioni di hockey, ciclismo e canottaggio. Le opere dovrebbero essere pronte ad aprile 2016, mentre l’ultimo evento-test è fissato per marzo. L’altra grande sfida sarà depurare il più possibile le acque della Baa Gauanabara, di Copacabana e della Lagoa Rodrigo de Freitas. Uno studio, durato 5 mesi e condotto dall’Associated Press, ha rivelato che il livello d’inquinamento attuale metterebbe a rischio la salute degli atleti, esposti a virus che causano febbre, diarrea e vomito. Le acque ricevono gli scarichi di fogne non trattate, con una contaminazione 1,7 milioni superiore rispetto ai livelli di allerta delle spiagge californiane. L’obiettivo era depurarle per il 2016, ma il governatore ha ammesso che il 2035 è una data più credibile. La situazione non è migliore dal punto di vista sociale. La polizia di Rio è stata accusata da Amnesty International di avere il “grilletto troppo facile”, soprattutto nelle favelas e contro i giovani di colore. Il 16% degli omicidi commessi nella città negli ultimi 5 anni sono da attribuire alle forze di polizia. Fra il 2005 e il 2014, invece, denuncia l’associazione internazionale, sono stati commessi 5132 omicidi da agenti in servizio. Rio è pronta?